Deficit di Natura

Originariamente doveva essere zona destinata a verde pubblico. Al suo posto è stato edificato un centro commerciale. L’estensione del parco originario si è ridotta ad un fazzoletto di terra con un po’ d’erba e qualche alberello. Gli interessi di pochi hanno prevalso sull’interesse di una comunità. Eppure tutti sappiamo che la qualità della vita nelle nostre città è direttamente collegata all’ambiente che ci circonda. Costruire solo palazzi addossati gli uni agli altri e strade affollate di automobili certo non aiuta a vivere meglio. Non a caso le nostre città meridionali si posizionano sempre agli ultimi posti per qualità di vita. Tra i tanti motivi (in primis: mancanza di lavoro e presenza della criminalità organizzata) c’è anche la scarsa attenzione alla Natura. Siamo sempre più “scollegati” dagli ambienti naturali tanto che il pedagogista americano Richard Louv parla di disturbo da deficit di Natura, un disagio fisico e psichico che colpisce i bambini che vivono la loro vita confinati in spazi chiusi.
Sempre più frequentemente capita di visitare bambini i cui genitori lamentano impaccio nei movimenti e cadute ripetute. Le volte in cui quei piccoli tentano di correre in strada gli stessi genitori lanciano il fatidico richiamo: “Non correre che sudi!”. Casa, auto, scuola, palestra, centri commerciali: i nostri figli sono quasi sempre racchiusi in un involucro. Non sono più abituati a vivere all’aria aperta e quando lo fanno “si rompono”.
Allorché termina l’anno scolastico ed iniziano le vacanze estive assistiamo ad un’impennata di visite al pronto soccorso per fratture ossee e ferite cutanee varie, in seguito a cadute spesso banali, che necessitano di ingessature e suture chirurgiche.  Soggiornare e guardare paesaggi aperti e verdeggianti fa stare subito meglio, il cortisolo e l’adrenalina (ormoni dello stress) dopo solo venti minuti si riducono. Svolgere attività fisiche all’aperto aiuta a sviluppare il controllo dei movimenti, migliora l’attività cardio-respiratoria, previene l’obesità, tonifica i muscoli, rinforza le ossa. Passeggiare al sole per una ventina di minuti aiuta la nostra pelle a produrre la preziosa vitamina D. Svariati studi hanno dimostrato che in Italia è presente nei bambini, particolarmente negli adolescenti, un’alta incidenza di carenza vitaminica D. Dati confermati anche sul nostro territorio nello svolgimento dell’attività pediatrica quotidiana.
Paradossalmente in Sicilia, dove il sole certo non manca, nel 75% degli adolescenti è stata rilevata tale carenza. L’importanza della vitamina D è legata soprattutto al metabolismo osseo. Aiuta a fissare il calcio nelle ossa e la sua carenza porta al rachitismo nei bambini, all’osteomalacia (ossa più fragili e quindi più soggette alle fratture) e all’osteoporosi. Recenti studi hanno evidenziato la sua importanza anche nella prevenzione di diverse altre malattie. Stimola la produzione delle proteine muscolari prevenendo la perdita della forza muscolare. La sua presenza a concentrazioni ottimali sembra prevenire malattie autoimmunitarie (diabete mellito giovanile, dermatite atopica, vitiligine, artrite reumatoide) e neoplasie negli adulti (colon, mammella). Bassi valori di vitamina D sono stati messi in relazione ad aggravamenti dell’asma e delle malattie cardiovascolari, ipertensione soprattutto.
Vivere all’aperto non può che far star bene noi e i nostri bambini. Il loro sviluppo psico-fisico se ne avvantaggerebbe sicuramente, risultando più armonico e più sano.
Certo sarebbe auspicabile che le nostre città fossero strutturate in modo da facilitare e favorire le attività all’aria aperta. Progettare giardini, parchi, strade alberate e non solo edifici di cemento renderebbe la nostra vita più piacevole, più serena, più salubre. Se poi tutto ciò lo si riuscisse ad attuare nella nostra città…

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