Francese: sarò il sindaco di tutti
Come valuta il risultato elettorale del 5 giugno?
«Me l’aspettavo. Questa è stata una battaglia tra candidati sindaci, una battaglia tra Motta, portato dalle liste, e l’alternativa, il cambiamento vero. In questi anni, sono stata l’unica persona che ha fatto veramente politica, e il lavoro ha ripagato, la gente ha capito che il cambiamento siamo noi. Con me, d’altronde, ci sono volti giovani, nuovi e pieni d’entusiasmo, diversamente dalla vecchia politica che, al contrario, è quella delle “spartenze” e degli interessi che hanno distrutto questa città. Ci vuole proprio, allora, l’entusiasmo di questi ragazzi che credono nel proprio sindaco. In fondo, fanno parte di un gruppo di 96 volontari che hanno consentito a Cecilia Francese di candidarsi con il supporto di quattro liste».
Stando ai numeri, al primo turno lei ha particolarmente beneficiato del voto disgiunto. Come mai, secondo lei?
«Noi abbiamo imposto anche agli alleati il codice etico. Abbiamo detto no ai pacchetti di voti. Sapevo che avrei dovuto tirare io, ed è per questo che con me usciranno anche candidati consiglieri con 100 voti, e tra di essi ci sono molti giovani. Si tratta di persone con le quali dovremo costruire, ma soprattutto di persone che non tradiranno mai».
Quali differenze tra la campagna elettorale del 2009 e quella di quest’anno?
«C’è maggiore consapevolezza. Siamo cresciuti in questi anni, e questo ci ha aiutato a proporci come alternativa. Noi abbiamo una storia, non siamo nati oggi».
Qualcuno le rimprovera di aver rinunciato alla connotazione civica per beneficiare del sostegno dei partiti. Che vantaggi le ha portato l’accordo con Forza Italia e Rivoluzione Cristiana? «Noi siamo civici e rimaniamo civici, ma vogliamo governare il territorio e, per far ciò, è necessario dialogare coi partiti, perché i partiti sono fatti dalle persone che li compongono. Forza Italia e Rivoluzione Cristiana hanno mostrato un volto diverso alla città, accettando il codice etico. Io non rinnego i partiti, ma il degrado dei partiti. E poi abbiamo costruito l’alleanza sui progetti e sui programmi: niente lottizzazioni.
Gli ex amministratori che hanno contribuito alla sua campagna elettorale potranno influenzarla?
Queste sono le illazioni di chi vuol trascinare il dibattito politico verso il basso. Io ho una mia capacità intellettiva e dietro di me non ci sono Fernando Zara o Brunello Di Cunzolo, ma soltanto persone che credono in Cecilia. Dall’altra parte, c’è chi ha distrutto Battipaglia, e se il dibattito politico è questo, siamo messi male».
Nessun “impresentabile” nelle sue liste…
«Sono stata comunque la prima a manifestare piena vicinanza ai candidati al consiglio comunale che sono stati etichettati in questo modo. Tra tutte le forze politiche alle quali rivolgemmo l’invito ad affiancarci, siamo stati gli unici a presentare ricorso al Tar contro lo scioglimento del consiglio comunale, al fine di togliere a Battipaglia la diffamante e ingiusta etichetta di città di camorra. Eppure, in tempi non sospetti, nel 2010, denunciammo la presenza di una certa cultura camorristica».
Qual è stato il momento più bello e quello più difficile di questa campagna elettorale?
«I momenti più belli sono stati quelli del primo e dell’ultimo comizio: il contatto fisico, gli abbracci e l’affetto degli amici. Quelli più difficili, invece, sono stati i momenti di amarezza in cui sono piovuti attacchi gratuiti alla mia persona, perché non penso di meritarli».
Andiamo al 20 giugno: se sarà sindaco, quali saranno i primi provvedimenti che adotterà?
«Tre cose: sburocratizzazione e messa in efficienza della macchina comunale; valutazione del deficit reale; creazione di uno staff che si occupi di fondi europei, ministeriali e regionali. Credo, inoltre, che sia particolarmente valida la figura del garante della legalità e dei diritti dei cittadini. Tanti dipendenti e molti dirigenti non si sentono protetti. E poi il garante controllerà anche l’operato del sindaco».
In che maniera il futuro sindaco potrà contribuire alla fine della violenta contrapposizione politica che ha caratterizzato gli ultimi vent’anni?
«Possiamo farlo non portando in consiglio comunale i protagonisti di quella contrapposizione, liberando Battipaglia portando volti puliti in consiglio comunale, dialogando con le forze sane della città, come le parrocchie, che ormai da anni si occupano realmente di politiche sociali. E il Comune deve diventare una casa per tutti: mi piace l’idea che in municipio ci sia la musica. Il mio dovrà essere il governo dei battipagliesi. Sarò il sindaco di tutti, anche di chi non ha votato per me».
Si racconti ai nostri lettori: un pregio e un difetto di Cecilia Francese.
«Il mio difetto maggiore è l’impulsività. Il pregio più grande, invece, è la capacità di sorridere».
E ora… un pregio e un difetto di Gerardo Motta.
«Il difetto è che è troppo ostinato. Il pregio, invece, è che è elegante».
Tre motivi per cui i battipagliesi dovrebbero votare per lei?
«Sono la garanzia del cambiamento, sarò il sindaco di tutti e amo la mia città».