Doctor shopping

La scorsa settimana ho visitato un piccolo di 5 mesi: mi è stato portato dai genitori per vomito frequente e scarsa crescita. Una visita come tante, ma un particolare saltava subito agli occhi: ero il nono pediatra a visitarlo in appena cinque mesi di vita! Prima di me era stato visitato dalla pediatra di base, da diversi pediatri “privati” quindi da alcuni professori, prima presso una clinica pediatrica universitaria, poi in un importante ospedale pediatrico romano. Il piccolo fortunatamente non aveva patologie importanti. Il vomito era legato ad un rigurgito particolarmente frequente, consueto nei lattanti  e sicuramente disturbante, ma destinato a migliorare col tempo. La crescita era comunque regolare anche se il bambino effettivamente era un po’ piccolo rispetto alla media.
Quello che veramente non andava era la paura dei genitori che, alla loro prima esperienza, temevano chissà quali gravi patologie nascoste. È questo un fenomeno sempre più frequente: il bambino ha la febbre da 2 ore che non scende? Il raffreddore non passa dopo 2 giorni? La maestra ha detto che durante la lezione ha avuto 3 colpi di tosse? Non ha voluto mangiare la pappa a mezzogiorno? Ha appena iniziato a vomitare e pare che non riesca a fermarsi? Ha fatto la cacca più liquida del solito? Sono questi i motivi sufficienti a spaventare certi genitori e a far scattare in loro un meccanismo che prevede prima la visita dal pediatra di base; poi, se non soddisfatti, visita dal pediatra “a pagamento”; infine, se i sintomi non scompaiono in poco tempo, visita in ospedale con eventuali accertamenti del caso.  In pratica si tollerano sempre meno i classici disturbi cui ogni bambino può andare incontro durante la crescita. Probabilmente perché si fanno sempre meno figli e quei pochi presenti nelle famiglie sono al centro di attenzioni abnormi da parte di genitori, nonni, zii, amici ed ogni piccolo problema rischia di essere amplificato.
Nel corso del 2015 sono entrati al Pronto Soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli, il più grande polo pediatrico campano, mediamente 292 pazienti ogni giorno, per una media oraria di 12 pazienti e picchi di attività che hanno toccato i 20 pazienti/ora. Il 90% di questi bambini è stato portato al Pronto Soccorso per volontà dei familiari e non su indicazione medica. I disturbi per i quali si richiedeva urgentemente la visita erano banali. Potevano essere gestiti tranquillamente a casa aspettando che il problema passasse spontaneamente, facendo il suo corso.
Questi accessi impropri sovraccaricano  le strutture sanitarie a scapito dei bambini che presentano invece patologie importanti e che hanno reale necessità di assistenza medica. Un’indagine condotta da Slow Medicine e Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, negli ultimi mesi del 2015, ha evidenziato che il 44% dei camici bianchi italiani riceve richieste di test diagnostici e trattamenti non necessari almeno ogni giorno o, comunque, più volte la settimana. I medici e i pediatri di famiglia sono i più bersagliati dalle richieste improprie, con notevole dispendio di tempo ed energie per arginare il fenomeno. Il 93% dei professionisti è convinto che il dilemma della crescita di esami, trattamenti e procedure inutili rappresenti un problema molto serio. Farmaci, visite, esami e ricoveri che non servono ci costano (dati del Ministero della Salute) quasi un punto di Pil: 10 miliardi di euro all’anno! E sprecare tutti questi soldi in tempo di crisi non ce lo si può più permettere. Piuttosto che andare in giro a fare “shopping” di medici, esami e terapie superflue, oltre che costose, meglio coltivare un buon rapporto di fiducia col proprio medico curante. Solo con un rapporto medico-paziente basato sulla stima reciproca, chiaro ed onesto, si possono affrontare insieme i problemi di salute e prendere le decisioni più appropriate.
Ma al di là di tutto penso che sottoporre un bambino a visite mediche ripetute, ricoveri esami e terapie inutili sia un autentico “accanimento” che, in casi estremi può sfociare in un vero e proprio abuso.

28 ottobre 2016 – © Riproduzione riservata
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