Onnembo si dimette
Tanto tuonò che piovve. E tanto si parlò di dimissioni che, alla fine, Marco Onnembo si dimise.
17 febbraio 2017: il primo pezzo di giunta va via. L’assessore alle partecipate, al bene comune e alla bellezza si reca a Palazzo di Città e consegna all’ufficio protocollo una lettera lunga quasi due pagine, indirizzata al sindaco Cecilia Francese, annunciando le proprie dimissioni.
Una scelta che arriva nei giorni in cui i dipendenti di Alba sono in stato d’agitazione a causa del desiderio di rivedere alcune parti del capitolato d’oneri.
«Quando ho affermato di non prendere ordini da nessuno, era esattamente quello che volevo dire», scrive l’assessore, che denuncia la creazione di «un contesto al quale non appartengo e al quale reputo di non poter fornire un ulteriore contributo».
Un divorzio annunciato. Lo stesso Onnembo parla di «un passo che la mia coscienza mi suggeriva di compiere da tempo perché sentivo di essere distante caratterialmente e culturalmente da un certo ambiente politico-amministrativo».
E poi ci sono ringraziamenti per tutti: «Ringrazio la sindaca e gli assessori che hanno cercato di farmi cambiare idea». E soprattutto i sovraordinati prefettizi, Giuseppe Rocco e Valentino Antonetti, dicendo che «senza il loro apporto, il Comune sarebbe fermo».
Alla Francese un «appunto affettuoso»: «Contrariamente a quanto da lei affermato tempo fa – dice – non ho mai fatto alcuna “gaffe”, essendo una persona adulta, responsabile di buone letture». Un’allusione ai giorni di dicembre, quando si prese a vociferare d’una richiesta di dimissioni da parte del gruppo che faceva riferimento a Ugo Tozzi, al quale, fino a un po’ di tempo prima, apparteneva anche lui. Onnembo fece alcune dichiarazioni e la prima cittadina lo redarguì. Uno strappo insanabile, quello coi tozziani, come ammisero anche il vicesindaco e l’assessore Michele Gioia alla fine dello scorso anno.
Ancora presto per parlare d’un successore. Le deleghe, per ora, restano in capo a Cecilia Francese, che afferma: «Qualora non ci si sente più parte di un progetto politico è giusto abbandonare il campo». La prima cittadina riconosce a Onnembo «grandi capacità manageriali» e spiega di aver avuto con lui «un rapporto collaborativo e sereno», ma replica: «Non credo che le analisi politiche rispetto alla maggioranza possano appartenere alle competenze di un assessore».
E ne hanno parlato anche alcuni rappresentanti del mondo politico. Ugo Tozzi ha detto: «Ci sono stati alti e bassi – racconta – ma è stata una sua scelta, comunicata al sindaco, visto che con noi non aveva più rapporti politici». A nome del gruppo dei tozziani specifica: «Non l’abbiamo mai disconosciuto, ma lui ha iniziato una cavalcata senza un gruppo che potesse sostenerlo, e s’è visto solo». E rivendica per la sua area l’assessorato: «Non c’è nulla da riequilibrare; se poi cambiano l’assetto politico, se ne prendono le responsabilità».
Parla anche Bruno Di Cunzolo, coordinatore politico della maggioranza: «Marco ha ritenuto che ci fosse una deriva a destra che non esiste». L’architetto rimarca una «civicità forte e ancorata», e si dice dispiaciuto che Onnembo abbia lasciato mentre «produceva cose positive». Polemico il consigliere d’opposizione Alessio Cairone: «Abbiamo appreso la notizia dai giornali, ed è una vergogna, ma fortunatamente le dimissioni sono arrivate, visto che il fallimento era sotto gli occhi di tutti». E il coordinatore provinciale di Centristi per l’Italia, Vincenzo Inverso, ammonisce: «Onnembo parla di derive: la Francese non ceda agli estremismi populisti».