Procura consiliare

Sono trascorsi dodici mesi dalle elezioni comunali. A distanza d’un anno, è ardua impresa definire l’indice di gradimento dei cittadini per l’amministrazione guidata da Cecilia Francese: c’è chi continua ad amare la sindaca, ma c’è pure chi si dice deluso, e poi c’è chi, dopo averla duramente osteggiata durante la campagna elettorale, se n’è innamorato il giorno dopo il ballottaggio. Accecati sulla via di Damasco.
Più facile, invece, comprendere quanto la prima cittadina piaccia ai dipendenti comunali. Potrebbe sembrare azzardato parlare d’una netta frattura tra l’amministrazione e la burocrazia, ma non è di certo fantasia affermare che la Francese non passerà alla storia come uno dei sindaci più amati nelle stanze municipali. Di sicuro i dipendenti di Palazzo di Città non affiggono alle pareti i poster dell’endocrinologa, insomma.
E l’ultima decisione dell’amministrazione, quella di istituire una commissione consiliare d’inchiesta per punire i comunali ritenuti responsabili d’aver danneggiato l’Ente, non contribuirà di certo al miglioramento dei rapporti. La proposta l’ha avanzata Valerio Longo, capogruppo consiliare di Forza Italia, durante una riunione della IV commissione consiliare permanente, che, in tempi di rendicontazioni, s’è ritrovata a dover approvare altri debiti fuori bilancio: si tratta dei 17mila euro relativi alla vicenda di via Avellino, bretella che collega via Olevano a via Domodossola, che fu occupata dall’Ente, senza alcuna comunicazione d’esproprio, negli anni Ottanta. Il Comune, difeso da un avvocato esterno, è stato condannato al pagamento d’un maxi-risarcimento in primo e in secondo grado. La prima sentenza risale al 2001, la seconda al 2010. Le carte della condanna del Comune da parte della Corte d’Appello, però, sono state notificate a Palazzo di Città nel 2016: sei anni di ritardo. E a marzo 2017, per la vicenda, si riconobbe un debito fuori bilancio da 610mila euro. Eppure il dirigente comunale del settore avvocatura, Giuseppe Lullo, ha spiegato alla sindaca che alcune somme erano già state liquidate, ed altre erano state depositate presso la Cassa depositi e prestiti. E così il consiglio comunale che si riunirà l’8 giugno dovrà approvare 17mila euro di debiti fuori bilancio e dare il via libera agli uffici comunali per avviare le fatidiche procedure d’esproprio
Una vicenda simile, seppur, per fortuna, con somme minori, a quella della lottizzazione Iacp Futura a via don Sturzo, risalente al 1998, con Palazzo di Città che dovrà versare sul conto della proprietaria dei terreni, Enrica Campione, una somma che oscilla tra i 6 e gli 11 milioni di euro: soldi che potrebbero valere una dichiarazione di dissesto.
E allora l’amministrazione Francese va alla ricerca dei responsabili. La proposta deliberativa per costituire la commissione d’inchiesta, che sarà composta da alcuni consiglieri comunali scelti all’interno del consesso, sarà discussa in uno dei prossimi consigli comunali. Il gruppo di lavoro avrà il potere d’ascoltare le deposizioni e le memorie difensive dei comunali, e potrà pure raccogliere i pareri degli esperti dei vari campi, al fine d’appurare le responsabilità dell’apparato burocratico. Gli atti prodotti dalla commissione, poi, sarebbero trasmessi alla Corte dei Conti qualora si ravvisassero gli estremi d’un danno erariale e al Tribunale di Salerno laddove si riconoscessero responsabilità di carattere civile e penale.
«Bisogna smetterla con l’impunità d’una burocrazia che non risponde a nessuno se non a sé stessa», dice Longo, che si chiede perché «casi simili vengano stranamente fuori proprio negli ultimi tempi, costringendo i cittadini a pagar di tasca propria». I comunali, già da tempo scontenti a causa delle parole dure di qualche mese fa utilizzate dalla segretaria generale Brunella Asfaldo nella relazione sull’ufficio tecnico, si ritrovano nuovamente a storcere il muso. E il Peg, il piano esecutivo di gestione, è pronto da settimane, ma la giunta non l’ha ancora approvato.

1 giugno 2017 – © Riproduzione riservata
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