Ex tabacchificio, il dibattito continua | di Giovanni Valletta

Egregio Direttore,
le scrivo per far conoscere la nostra posizione in merito alla lettera, da voi pubblicata nel n. 277, a firma del Dott. Valerio Longo, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale.
Premesso che come etica d’azione noi non ci individuiamo tra quelli che, a prescindere da tutto, contestano quelle proposte che interessano la nostra città, a suon di demagogia e slogan, per il solo gusto della contrapposizione, ma mettiamo in campo il sano principio della democrazia: dove tutti possono esprimere la propria idea, facendo del dialogo del confronto il vero e unico strumento per decidere su cosa sia meglio per la nostra città. Fatta questa dovuta premessa entriamo nel merito: l’ex tabacchificio Farina è l’argomento di discussione che si tramanda da amministrazione in amministrazione da circa 25 anni. Nonostante oggi l’edificio sia in condizioni di degrado, resta il ricordo della comunità operosa di una città che una volta era il simbolo del progresso industriale, sistematicamente viene messo sul mercato come bene da alienare per far fronte al bilancio comunale.
Ricordo ancora dei vincoli che la Soprintendenza ha imposto sull’edificio (…). L’ex ATI, vista la storia recentissima della nostra città, andrebbe non solo custodito gelosamente ma anche valorizzato e sottratto alle mire degli interessi privati, se ci sono, che potrebbero depauperarne il valore in un contesto, ripeto, povero di testimonianze storiche e di tutela del territorio. (…) Non è possibile procedere a cuor leggero e senza una preventiva revoca dei precedenti atti, senza fornire nuovi indirizzi all’attività amministrativa in tema di dismissione del patrimonio immobiliare: tutto ciò rischia non solo di cancellare con un colpo di spugna la storia della nostra città, ma comporta anche delle errate valutazioni nel bilancio di previsione con errori, che al pari di quelli precedentemente commessi con la revisione dei residui attivi e passivi, finirebbero per pregiudicare la veridicità e, quindi, l’efficacia dello strumento finanziario.
A questo punto sembra chiara la nostra posizione in merito all’argomento ex tabacchificio Farina. Quindi saremmo favorevoli ad una partecipazione attiva della collettività alla realizzazione di un progetto il cui coinvolgimento emozionale sia importante e faccia parte di quelle dinamiche sociali che interessano la collettività nel suo complesso e che sono destinate a rappresentare, oltre che il fondamento, il patrimonio sociale e razionale di questa forma di iniziativa. Su questo troviamo conforto nella legge 164/2014 – cd. Decreto Sblocca Italia – articolo 24 (misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio).
Anche noi, come Valerio Longo, siamo interessati al “bene comune”, ma crediamo che, con il benessere, sia importante far crescere il senso civico e il livello culturale.
Concludo proponendo a lei direttore, di farsi carico come giornale indipendente, di farsi garante di tutte quelle iniziative che possano dare un serio contributo e supporto e conforto all’amministrazione  per la giusta interpretazione del “bene comune”.

Giovanni  Valletta
del costituendo Comitato Non vendere il Tabacchificio


Come si può notare, è fertile il dibattito stimolato dal nostro giornale all’indomani della “proposta Longo” di vendita dell’ex tabacchificio Farina.
Ringrazio Giovanni Valletta per l’invito formulato; ma, mentre confermo la totale disponibilità di Nero su Bianco a tenere accese le luci sulla questione, continuando a dare spazio a chi vorrà intervenire sul delicato argomento, non posso accettare la richiesta di farmi “garante di tutte quelle iniziative che possano dare un serio contributo e supporto e conforto all’amministrazione, per la giusta interpretazione del bene comune”.

Francesco Bonito

15 giugno 2017 – © riproduzione riservata

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