Sette domande per Gemma Caprino


A poco più di un mese dal suo insediamento nel consiglio comunale di Battipaglia, incontriamo Gemma Caprino che raccoglie il testimone da Francesca Napoli, nominata assessore. Classe 1986, imprenditrice in vari settori e «un cognome che richiede un impegno doppio affinché emergano le capacità personali» come ha detto a inizio intervista.

Tra le attività della sua famiglia vi è l’accoglienza ai migranti. Ciò le provoca problemi all’interno di una coalizione civica ma con radici culturali di destra?
«Io lavoro lì. L’accoglienza è stata da sempre una delle attività in cui la mia famiglia è impegnata: prima con i turisti e poi con i migranti. Ed è un’opportunità per tanti altri che nella struttura lavorano, generando un piccolo indotto economico e una ricaduta occupazionale. Collaborare con la Caritas è un privilegio. Persone e storie prima che semplici numeri. Inviterei chiunque ad ascoltare le storie di queste persone, a vedere cosa fanno e come sono trattati nella nostra struttura. Lavoro e rispetto della dignità umana di tutti. Nulla più, ma nulla meno».

Può esserci reale integrazione?
«L’ascolto è solo il primo passo, bisognerebbe poi sentire la loro voglia di integrarsi, di restituire il bene ricevuto, la loro voglia di mettersi a disposizione della città. Il protocollo d’intesa, siglato qualche settimana fa, segue questa direzione».

Piano urbanistico comunale: meglio la progettazione partecipata oppure l’opera di soli professionisti del settore?
«La fase progettuale è appena iniziata. Ci sono alcune cose che condivido all’interno delle linee guida redatte dal pool di Massimo Alvisi. D’altro canto, credo che sia giusto portare avanti ciò che è stato iniziato, non vanificando il tempo e il denaro spesi. Su questo tema ci siamo incontrati anche con l’opposizione. Cerchiamo di portare avanti questo piano insieme».

Bilancio: esistono scelte per non tagliare ulteriormente i servizi in città?
«È stato uno dei primi temi sui quali mi sono documentata. Anche qui stiamo lavorando, e lo stiamo facendo con assessori molto competenti. Lo stesso nuovo regolamento dell’avvocatura penso vada in questa direzione. Certo si parte da una situazione nota a tutti, e a noi per primi, di predissesto: lavoriamo per evitarlo e ad oggi i fattori che concorrerebbero al dissesto sono diminuiti».

Ambiente. Non v’è elemento che, in questo momento, non stia penalizzando la qualità della vita alla cittadinanza: puzza e depurazione in primis.
«I controlli sono il primo step: controlli sul territorio e controlli sulle autorizzazioni. C’è da vederci chiaro e al contempo intervenire, amministrativamente e programmaticamente. Non possiamo esimerci dal farlo. Credo di poter dare un concreto contributo su questa tematica».

Una delle critiche ricorrenti indirizzata a quest’amministrazione è che non si occupa abbastanza di problemi concreti. È vero?
«Non credo sia vero e non ho mai avuto la percezione di una cosa del genere».

La precedente era un’amministrazione commissariale straordinaria dovuta a infiltrazioni camorristiche. Lì è nato l’impegno sui beni confiscati che sembra stiate portando avanti. Si è fatta un’idea sull’utilità di questa azione?
«Si sta lavorando bene, ma ci sono aree di miglioramento. I miei complimenti alle associazioni che si stanno impegnando su questo fronte. Ancora non ho avuto modo, però, di approfondire e documentarmi su questo tema, ma è una cosa che mi riservo di fare al più presto».

28 luglio 2017 – © Riproduzione riservata
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