Finti matrimoni nel mirino
Lo scorso 17 luglio, i carabinieri della Compagnia di Battipaglia, guidati dal capitano Erich Fasolino, hanno tratto in arresto sette persone, ritenute colpevoli di aver organizzato matrimoni fittizi al fine di far ottenere il permesso di soggiorno ai clandestini. A organizzare il tutto, a detta dell’accusa, sarebbe stata Laura Iadanza, che si sarebbe avvalsa della collaborazione della sorella Donatina, dei suoi tre figli Antonello, Gerardina e Donatella Raso e delle nipoti Samanta e Carmela Ielpi, figlie di Donatina.
Un’indagine investigativa, coordinata dal pm Elena Guarino, che inizia nel settembre 2016. Fatali alcune intercettazioni, nelle quali s’ascoltavano i protagonisti mentre sarebbero stati intenti a combinare matrimoni arrivati a costare anche 10mila euro. Secondo gli inquirenti, sarebbero circa ventuno i matrimoni finti negli ultimi quattro anni.
Fari puntati sui protagonisti della vicenda. C’è Laura, ritenuta dagli investigatori la promotrice dell’organizzazione. Per i suoi tre figli è scattato l’obbligo di dimora dalle 9 del mattino fino alle 21 di sera con divieto di lasciare il comune di Battipaglia. Durante la prima notte in carcere, Laura ha avuto una crisi respiratoria. Condizioni di salute precarie, in virtù delle quali gli avvocati difensori, Carmen Rosalia e Marco Di Feo, hanno chiesto ai magistrati la scarcerazione.
E poi c’è la sorella, Donatina. Già tre anni fa aveva preso parte all’occupazione degli alloggi popolari nel rione Turco. Ha due figlie, entrambe coinvolte: c’è Samanta, giovane sordomuta che avrebbe preso parte come testimone a uno dei matrimoni fittizi; c’è Carmela, che avrebbe alterato le generalità della propria figlia.
Dopo aver valutato gli elementi, il gip Emiliano Ascoli ha escluso l’associazione a delinquere, tra i capi d’imputazione contestati dal pm Elena Guarino. Il gip ha modificato gli orari di obbligo di firma per Antonello, consentendogli di continuare il suo lavoro.
I legali contestano l’accusa: a loro dire, sarebbe una valida argomentazione il fatto che molti connubi sarebbero durati anche tre anni prima che si giungesse al divorzio.