Politica e burocrazia non si parlano?
La stanza del sindaco non sarà molto confortevole, o forse saranno gli uffici a non essere accoglienti, o magari a Palazzo si pagherà pure per alzare la cornetta e digitare il numero del centralino interno per poter parlare con altri dipendenti, o con gli assessori, o con la prima cittadina e qualcuno del suo staff.
Non c’è una motivazione certa, ma quel che è sicuro è che in municipio si dialoga poco.
«Non so nulla»: non sono io ai tempi del liceo, che pure ricorrevo frequentemente a quest’espressione quando i prof, con aria torva, pretendevano che riferissi ciò che avrei dovuto studiare, ma è una specie di mantra che gli amministratori battipagliesi, di frequente all’oscuro di quel che accade negli stanzoni della burocrazia comunale, sono costretti a pronunciare.
E allora fioccano le indagini interne e le note scritte, ma lo scollamento resta: in molti casi, i comunali agiscono senza alcun’indicazione politica.
L’ultimo caso riguarda il cimitero. Sabato 16, di buon mattino, un 36enne senza reddito ha dovuto portare al camposanto un amico alla guida d’un escavatore per poter estrarre dal suolo sessanta centimetri di terriccio e seppellire l’adorata madre. «Non ci sono i fondi per i funerali», gli avevano detto in municipio. E poi, all’atto della sepoltura, il 36enne s’è sentito dire che «non ci sono i soldi per gli scavi». Senza pala, bisogna accontentarsi d’una cella frigorifera: i nullatenenti, in sostanza, si scavano la fossa da soli. Cecilia Francese s’indigna: «Non ne sapevo nulla», dice a proposito d’un «episodio vergognoso», e assicura che avvierà un’indagine interna, perché «chi ha sbagliato paghi».
Malumori tra i cittadini pure per l’abbattimento dei platani a piazza Madonnina. Alberi secchi, che probabilmente andavano tirati giù, ma d’un intervento tanto impattante l’amministrazione andrebbe informata, anche informalmente. E invece no, perché anche in questo caso la Francese e i suoi non sapevano nulla, tant’è che la segretaria generale Brunella Asfaldo scrive al dirigente tecnico Pasquale Angione e agli assessori Stefania Vecchio e Giuseppe Provenza per capire chi ha dato indicazioni ai comunali addetti alla pubblica incolumità.
E poi il silenzio sull’impianto di compostaggio all’interno dello stir. «Mi sono rammaricata quando i tecnici del Comune m’hanno detto che hanno ritenuto di non dover metterci a conoscenza di quel che stava accadendo perché, sul piano amministrativo, s’erano già espressi i commissari tra il 2014 e il 2015»: lo dichiarò la Vecchio ai taccuini di Nero su Bianco.
Indimenticabile quel che accadde il 26 aprile a Taverna, ad altezza dell’incrocio sulla statale 18: trenta commercianti scesero in strada per bloccare gli operai d’una ditta alla quale erano stati affidati i lavori di restyling della segnaletica orizzontale, col compito di sostituire i parcheggi a pettine con quelli in linea. Un’ordinanza del 2014 rispolverata a distanza di due anni e mezzo: l’intervento fu scongiurato dalla sindaca e da Provenza che, manco a dirlo, non ne sapevano nulla.