La violenza contro le donne
Si celebra il 25 novembre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Sono 120 milioni nel mondo, 500mila in Europa e 38mila in Italia le donne che hanno subito mutilazioni genitali e 3 milioni nel mondo (mille solo in Italia) le bambine che rischiano di essere sottoposte a tale pratica (www.ansa.it). La Giornata contro la violenza sulle donne ha riportato all’attenzione il problema del rispetto della dignità femminile.
La violenza contro le donne è un problema globale e deve avere pertanto priorità sociale e sanitaria. Per affrontare alla radice il problema è necessario un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le istituzioni.
Quando una donna viene picchiata, strangolata e violentata, lo Stato, l’intera collettività, è colpevole. La necessità di educare tutte le società ai valori dell’uguaglianza senza distinzione di sesso, religione, razza, lingua, opinioni politiche, condizioni personali e sociali e di creare un’alleanza tra tutti i governi e la società civile per porre fine ogni tipo di violenza contro le donne è indispensabile. La violenza contro le donne è un problema troppo spesso ignorato e sottostimato, anche perché una delle forme più comuni di violenza è quella domestica, che spesso rimane nascosta. Molte le forme di violenza subite dalle donne: l’abuso sessuale, fisico ed emozionale da parte del partner o di altri membri della famiglia, la persecuzione (stalking), le molestie sessuali o l’abuso da parte di figure d’autorità, la costrizione al lavoro forzato, lo sfruttamento sessuale, i matrimoni imposti alle bambine, le mutilazioni genitali, i delitti d’onore. Il sommerso è elevatissimo e tantissime non parlano con nessuno delle violenze subite in quanto la donna, anche se vittima, si sente in colpa e ha difficoltà a riconoscere la violenza subita come reato. Le conseguenze sulla salute della violenza di genere sono gravi e poco conosciute. La violenza contro la donna è associata a malattie sessualmente trasmesse come Hiv/Aids, alle gravidanze indesiderate e all’aborto.
La violenza, inoltre, causa problemi fisici, tra cui cefalea, mal di schiena e fibromialgia, e psichici e psicosociali, quali ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare.
Le donne che hanno subito violenze dai partner nel corso della vita accusano i seguenti disturbi: perdita di fiducia e di autostima, disturbi del sonno, ansia, depressione, idee di suicidio. I costi economici e sociali sono enormi: le donne soffrono di isolamento, hanno difficoltà a lavorare, a partecipare alla vita sociale, a prendersi cura di sé e dei propri figli. Il sistema sanitario dovrebbe impegnarsi di più per ridurre le conseguenze della violenza di genere, sia sul piano assistenziale che organizzativo: maggiore consapevolezza del problema, più informazioni sulle risorse disponibili per le donne vittime di violenza, e quindi assistenza legale, sportelli anti-violenza, assistenza psicologica, centri di accoglienza per donne e bambini.