La lotta continua
Il comitato Battipaglia dice no prosegue la battaglia contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio. E lo fa riunendosi nell’auditorium della chiesa San Gregorio VII alla vigilia dell’incontro in Regione tra i sindaci della Piana del Sele. A prendere la parola per primo è Raffaele Petrone: «Sono orgoglioso – dice l’ex consigliere regionale – di questo comitato perché, senza di noi, che abbiamo posto all’attenzione questa vicenda, non avremmo avuto quattro assemblee, l’audizione in Regione, gli atti, i ricorsi, gli incontri con sindacati e commercianti, i consigli comunali di Battipaglia ed Eboli e la marcia dei diecimila. Non è la paura che ci ha mossi, caro Bonavitacola, ma l’orgoglio di appartenere a questa terra e di volerla difendere. Qualcuno ha parlato di “passeggiata” in riferimento allo sciopero dello scorso 23 novembre. Abbiamo sparato una cannonata, invece. Altrimenti non avrebbero reagito in quel modo».
Il comitato cresce, si organizza e apre ad altre forze, come quella dell’associazione Civica Mente: «Non è da tutti i gruppi – dice Valerio Giampaola – iniziare una manifestazione dando la parola a un’associazione entrata nel comitato da due settimane. Abbiamo raccolto oltre 1.500 firme per ottenere la scuola De Amicis. C’è bisogno di una struttura centrale e identitaria dove riunirsi. Siamo al fianco dell’amministrazione, ricordandogli, però, che noi l’abbiamo eletta».
A ricordare che la politica, questa volta, non è un grande assente, c’è Pino Bovi. «Ognuno svolge il suo ruolo – spiega il consigliere comunale – quindi ciò che può fare un’amministrazione non può farlo un comitato e viceversa. Diecimila persone senza sindacati sono un risultato epico. E la chiamata della Regione è la prova del nove. Abbiamo tutti le nostre colpe ma cerchiamo di agire in base a quella che è la situazione attuale».
E al termine dell’assemblea, emergono nuove proposte che il comitato ha messo in piedi per proseguire la lotta: un consiglio comunale con tutti i sindaci; una mostra permanente, alla De Amicis, sulla situazione attuale dei rifiuti; la consegna delle schede elettorali in un calderone come gesto simbolico.
Manco a dirlo, il giorno seguente la Regione sceglie il muro contro muro. Non faranno nemmeno un passo indietro. Ecco perché il comitato, nell’assemblea che ha avuto luogo domenica scorsa nel Salotto Comunale, annuncia nuove forme di protesta che non necessariamente rimarranno nell’alveo della legalità: intasare le linee telefoniche degli uffici alla Regione; rallentare il lavoro dei camion che trasportano spazzatura o imbrattare gli autobus con le scritte “Battipaglia dice no”.
E Cecilia Francese annuncia: «Presenteremo dei ricorsi, affidandoci ai tecnici, per contrastare questa scelta, dalla commissione ambiente europea fino al ricorso sulla gara d’appalto, affidato col ribasso del 27%». Gli fa eco il consigliere a 5 stelle, Michele Cammarano: «Sull’inchiesta Ecoambiente, la Procura Antimafia ha emesso 21 avvisi di garanzia. Chiediamo che la società venga commissariata anche per il bene di Battipaglia». C’è spazio anche per Damiano Cardiello, consigliere ebolitano, che dice: «Bisogna creare disagio. Cecilia, hai un potere straordinario: ordinanze sindacali e controlli dei camion davanti allo Stir». Carlo Zara di Battipaglia Nostra aggiunge: «Non credevo che saremmo arrivati a questo livello di partecipazione. Questo immondezzaio è conclamato da inchieste giudiziarie. Ora bisogna registrare ufficialmente il comitato e proclamare una mobilitazione».