«Noi, l’alternativa»
Vincenzo Inverso affila le armi. Il politico centrista ripropone #perunnuovoinizio, il progetto che nel 2016 aveva presentato ai battipagliesi, e s’appella alle «forze responsabili di questa città», come le chiama lui, per «costruire un alternativa al non governo attuale».
Sono trascorsi quasi due anni dall’insediamento. Qual è il suo giudizio sull’operato di Cecilia Francese?
«Esistono tre tipi di amministrazioni: le utili, le inutili e le dannose. Questa è un’amministrazione dannosa. In quasi due anni non è stato fatto nulla di significativo, ignorando completamente tutte le grandi questioni riguardanti la città di Battipaglia e il suo sviluppo».
S’è parlato tanto della nuova consulenza per Alba a Fernando Zara…
«Non ci voglio neppure entrare. D’altronde è giusto che gli impegni assunti in campagna elettorale vengano onorati: il problema non è questo. Il punto è che possiamo pure attingere a migliaia di consulenti, ma quando manca la testa, la coda non può fare miracoli».
Da mesi in città si discute di rifiuti…
«Una questione che la Francese ha gestito malissimo fin dall’inizio. La sindaca pensa a cavalcare le piazze, e invece avrebbe dovuto individuare delle soluzioni istituzionali».
E quando l’immondizia resta in strada?
«Chi semina vento raccoglie tempesta. La Francese è responsabile della guida della città: dovrebbe mettere insieme le imprese e le esigenze della gente».
Il suo parere sul Piano triennale delle opere pubbliche?
«Ci sono alcune cose che ricadono nel libro dei sogni, però almeno si fa cenno alla bonifica delle discariche esistenti con i fondi ministeriali. Quel che vedo, però, è la mancanza di quelle opere straordinarie che potrebbero cambiare il volto della città: l’ex tabacchificio cade a pezzi, e la sindaca non spiega cosa vuole fare. Avevamo immaginato una pista per bikers e runners che seguisse la sponda del Tusciano, e non c’è. La città cambia il volto con gli interventi straordinari, non con l’ordinaria amministrazione. E lei amministra, ma non governa».
Per cosa?
«Per il puro gusto di sentirsi chiamata “sindaco” o “sindaca”. Ma questa carica comporta prima di tutto degli oneri».
E adesso che si fa?
«Il mio movimento, #perunnuovoinizio, vuole ripartire dal suo cinque per cento di due anni fa, dallo zoccolo duro dell’elettorato, per poter rappresentare un’alternativa a quest’amministrazione e diventare maggioranza di governo. Non ci interessa che la Francese vada a casa prima, ma più tempo dura e più danni provoca, e un conto è recuperare due anni di governo, un altro conto è farlo con cinque. Anche i neoparlamentari, e mi riferisco in particolare a Nicola Acunzo, dovranno prendere atto di quel che accade in città e assumersi delle responsabilità. E poi ci sono stati i pattisti: ora chi vuole candidarsi alla guida di questa città deve fare delle scelte…».
È un appello ai dissidenti di maggioranza?
«Ormai hanno preso atto della pessima gestione di quest’amministrazione: ora devono decidere se salire sui palchi per difendere quella linea tanto osteggiata oppure prendere atto che le cose vanno diversamente e dare forza al nostro progetto. La politica non si fa soltanto in aula consiliare e neppure esclusivamente a sei mesi del voto».
Ritiene che la Francese possa arrivare al 2021?
«È probabile: è attaccata a quella poltrona più d’ogni altra cosa. A meno che non ci sia una presa di coscienza reale della maggioranza, o non si verifichino atti che compromettano gravemente la credibilità di quest’amministrazione, la sindaca ci arriverà alla fine della legislatura. A quel punto dovremo essere noi l’alternativa migliore: il mal governo della Francese è un pallone sul dischetto a porta vuota per chi vuol essere alternativo a lei. Per un nuovo inizio».