A capodanno ricomincio da me
[di Anna Cappuccio, psicologo clinico, psicoterapeuta]
La fine dell’anno scandisce da sempre il percorso della nostra vita segnando, simbolicamente, il completarsi di un tempo e l’inizio di un nuovo ciclo. È il periodo dei bilanci personali riguardo quello che siamo riusciti a realizzare e quello che è rimasto incompiuto, di riflessioni su di noi e la nostra vita: siamo veramente soddisfatti o sentiamo che ci manca qualcosa? Siamo contenti di come sta andando la vita o c’è qualcosa che vogliamo cambiare? Ci sentiamo appagati affettivamente o sentiamo di non essere riconosciuti e amati come vorremmo? Tuttavia il rituale dei bilanci e il rimarcare il rapporto tra positivo e negativo porta inevitabilmente a una sensazione di fallimento e di tristezza. Ci fa sentire fragili e inadeguati di fronte alla vita e questo alimenta i vissuti di ansia e abbattimento che possono togliere colore a questo periodo dell’anno e farlo sentire pesante e faticoso da gestire.
Capodanno, però, apre le porte anche ai progetti e a quello che sarà. Ci affacciamo al nuovo anno carichi di aspettative e di buoni propositi: comincerò la dieta, smetterò di fumare, non penserò più alla storia d’amore che mi ha fatto tanto soffrire, maggiore è stata la sofferenza e la delusione provata durante l’anno che sta finendo, più intensi e numerosi saranno i propositi con cui si aspetta il nuovo inizio. In effetti capodanno può fornirci un riferimento esterno, una data che può permetterci di stabilire una discontinuità tra il tempo di prima e il tempo di poi, dandoci la spinta per rompere abitudini consolidate e modi di fare che non sono stati pienamente funzionali per il nostro benessere. Tuttavia, questa spinta può esserci solo se gli obiettivi che ci poniamo sono veramente nostri, maturati dentro di noi con consapevolezza perché, se sono propositi stereotipati e imposti dall’esterno, saranno destinati al fallimento e accresceranno dentro di noi la sensazione di fallimento e di essere sempre più in ritardo con la tabella di marcia della nostra vita.
In che modo allora capodanno può essere uno strumento di positivo cambiamento e non solo una scusa per voltare le spalle al passato? Abbandoniamo gli elenchi dei buoni propositi e lasciamo andare l’idea di dover fare grandi cose a tutti i costi perché, spesso, nella preoccupazione di realizzarci in questo modo, dimentichiamo di scoprire quello che vogliamo veramente e finiamo per realizzare un sogno che non è il nostro. Diamoci tempo per realizzare i nostri progetti, senza l’urgenza dettata da un bisogno di riconoscimento e approvazione e, se non riusciamo a sentire quale sia veramente la nostra strada, diamoci tempo per capirlo senza inseguire una strada di ripiego. Non abbattiamoci di fronte ai fallimenti e alle sconfitte che inevitabilmente incontreremo, ma manteniamo la fiducia che, comunque vadano le cose, posso ricominciare da me. Alla fine capodanno è, soprattutto, la possibilità di un inizio nuovo per me e per il mio cuore.
18 dicembre 2020 – © Riproduzione riservata