Alla scoperta di San Leucio

[di Eliana Ferraioli]

La meta che ci piacerebbe proporvi questa volta, per i vostri week-end di svago è l’affascinante borgo di San Leucio, il cui complesso monumentale, insieme con la Reggia di Caserta, di cui abbiamo parlato nel numero precedente, e l’acquedotto di Vanvitelli, è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

San Leucio dista soltanto tre km da Caserta e dalla sua meravigliosa Reggia, per cui potreste approfittarne per visitare entrambi i luoghi, facilmente raggiungibili da Battipaglia, sia in automobile che in treno.

In origine San Leucio era una feudo di proprietà dei conti Acquaviva di Caserta; nel 1750 Carlo III di Borbone, essendo rimasto piacevolmente colpito dalla bellezza del territorio, ricoperto da boschi, vigneti e da una fitta vegetazione fatta di rose selvatiche, felci, mirti, decise di acquistarlo, trasformandolo non solo in un romitorio reale, ossia un luogo di svago per la corte borbonica, bensì anche in un’area di proficuo lavoro per gli abitanti. Infatti, realizzò a San Leucio un ospizio per il ricovero dei poveri e una serie di opifici per permettere loro di lavorare autonomamente. Così, nel giro di poco tempo, fu istituita una vera e propria comunità, basata su un apposito statuto e con leggi proprie, nota con il nome di Real Colonia di San Leucio: ai giovani operai della colonia fu permesso dai sovrani borbonici di andare in Francia ad apprendere l’arte della tessitura, per poi tornare in patria e lavorare all’interno degli stabilimenti reali. I benefici di cui godevano a San Leucio gli operai, ai quali erano assegnate case robuste, dotate di servizi igienici e di acqua corrente, attirarono artigiani provenienti dai luoghi più diversi, che contribuirono a far risplendere questa comunità. All’interno della colonia non c’era nessuna differenza fra gli individui, essendo esaltato il valore della fratellanza e abolita la proprietà privata: San Leucio diventò, dunque, emblema di giustizia e di equità sociale, il frutto della politica illuminata e delle idee rivoluzionarie dei sovrani borbonici.

Ferdinando IV aveva molto a cuore San Leucio tanto da decidere di ampliarla con la fondazione di una nuova città utopica, purtroppo mai realizzata, che da lui doveva prendere il nome: Ferdinandopoli. Quindi la Real Colonia di San Leucio fu non tanto un mero luogo di ozio, come nel progetto dei sovrani Borbonici, bensì un sito altamente industrializzato dove “si temperavano, senza contrasti, le esigenze venatorie con quelle agricole”.

Oggi del grande progetto utopico voluto da Ferdinando IV resta solo una parte delle antiche aziende specializzate nella produzione della seta, purtroppo, cadute in disuso. Tuttavia non è difficile immaginare quanto queste fossero state importanti nel ‘700, visitando il Museo della seta, all’interno del Palazzo del Belvedere, dove sono custoditi alcuni macchinari originali, ancora funzionanti, per la lavorazione dei tessuti. Inoltre, è possibile visitare gli appartamenti reali, arredati con suppellettili provenienti dalla Reggia di Caserta e i Giardini all’italiana, con piante identiche a quelle coltivate durante la dominazione borbonica.

La magia di San Leucio rivive ancora oggi grazie a una manifestazione culturale e artistica molto importante, che ogni anno, durante i mesi estivi, vede il coinvolgimento di grandi artisti a livello nazionale e internazionale: il Leuciana Festival: una grande occasione per far rivivere attraverso la musica, l’arte e la cucina lo splendore di questo piccolo borgo campano.

9 novembre 2018 – © riproduzione riservata

Facebooktwittermail