Ancora droga, ancora arresti
Thunderbolt. Come i bombardieri americani Thunderbolt P-47 che nel settembre del 1943 rasero al suolo Battipaglia, Eboli e Bellizzi. Lo scorso 2 marzo, invece, a solcare il cielo battipagliese sono gli elicotteri dei Carabinieri. È l’alba, e comincia Thunderbolt 1: questo il nome dell’imponente operazione antidroga che i militari del Nucleo investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Salerno hanno eseguito tra Battipaglia, Bellizzi, Pontecagnano, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Eboli, Napoli e Boscoreale. Gli uomini del colonnello Riccardo Piermarini hanno così dato riscontro concreto al provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Salerno, Donatella Mancini.
Ma facciamo un passo indietro: era il 19 gennaio 2014 quando, a Montecorvino Rovella, fu assassinato Vincenzo Persico. Dopo una settimana gli inquirenti individuarono e sottoposero a fermo di indiziato di delitto quattro pregiudicati locali: Alberto Volpicelli, Angelo Di Lucia, Nicola Brunetto e Domenico Lamberti, detto Mimmo ‘a mafia.
Le indagini condotte proprio su Lamberti consentirono di accertare che Mimmo ‘a mafia era un punto di riferimento per una fitta rete di pusher locali dediti allo spaccio di stupefacenti a San Cipriano Picentino, Montecorvino Pugliano, Giffoni Valle Piana e località limitrofe. Sarebbero emersi contrasti nel minato territorio del traffico di droga, e così Persico sarebbe stato freddato. Partendo da lì, la Procura della Repubblica di Salerno e i Carabinieri sono partiti per ricostruire il quadro a tinte fosche riguardante Battipaglia e i comuni limitrofi, con la capofila della Piana che sarebbe divenuta un vero e proprio crocevia per lo spaccio e il traffico di stupefacenti. Da Napoli al sud della provincia, passando per Battipaglia.
Un blitz che ha coinvolto ben 33 persone: 13 gli indagati finiti in carcere, 15 ai domiciliari e 5 sottoposti all’obbligo di dimora. La ricostruzione degli inquirenti descrive un’organizzazione articolata su più punti. Un gruppo criminale con l’accusa di associazione a delinquere e quattro reti di spaccio. Sono sei gli indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Nei panni di promotrice del gruppo criminale ci sarebbe Antonietta Di Marco, coadiuvata dai figli conviventi Gianluca e Jessica Paola Di Benedetto, tutti dediti all’organizzazione dello spaccio e delle attività ad esso connesse. A rifornire di droga i Di Benedetto sarebbe stata la secondogenita della famiglia, Alda, insieme al marito, Biagio Parisi, mentre del trasporto si sarebbe incaricata più volte la compagna di Gianluca, Romina Coppola.
Gli investigatori, inoltre, hanno individuato altre quattro presunte reti di spaccio. Ce ne sarebbe una, operante a Bellizzi, composta dai coniugi Francesco Rainone e Anna Rita Di Matteo, il pusher Loreto Rizzo e i fornitori Antonio Sorrentino, Francesco Romania, i coniugi di Scampia Vittorio Pone e Rosanna Abbate e Pietro jr. Del Mastro. E poi altre due reti, sempre a Battipaglia, una gravitante attorno a un negozio di mangimi per animali, composta dal titolare Carmine Landi, da Nello Genovesi e da Carlo Iannello – che si sarebbero riforniti sempre da Pone e Abbate – e un’altra formata da Mario Castagna, Adriano Francione, Giuseppe Curcio, Vincenzo Strollo, Giuseppe Salerno, di nuovo la Coppola, e Mario Capriglione, che si sarebbero riforniti a lungo da Andrea Moffa, Gianluca Di Benedetto, André Jean Victor Lamberti, Carmine Olivieri e Guglielmo Di Martino. E infine, nei comuni picentini, un’altra rete che sarebbe stata costituita da Gerardo D’Alessio, Raffaele Mercadante, Gaetano e Vincenzo Lambiase e Samuel Giuliani.
Nelle stesse ore è stato eseguito anche un decreto di perquisizione domiciliare e personale nei confronti di altri dieci indagati per il reato di spaccio di stupefacenti. Nel corso delle attività di perquisizione presso i domicili degli indagati, i carabinieri hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro 25 grammi di cocaina, 25 grammi circa di hashish e 20 grammi di skunk, nonché due pistole giocattolo (replica della Beretta 92F) prive di tappo rosso, oltre al materiale utile per la suddivisione e il confezionamento dello stupefacente.