Antonio Visconti: “La partita non è chiusa”

[di Francesco Bonito]

È giovedì, ha smesso da poco di piovere. Dalla finestra dell’ufficio al secondo piano del centro direzionale si vedono gli scambi ferroviari. Anche la persona seduta di fronte a me è prossima a un bivio importante della sua vita: il 18 ottobre potrebbe essere eletto sindaco o la sua corsa finire su un binario secondario, quello dell’opposizione. La leva del deviatoio ce l’hanno in mano gli elettori battipagliesi; serve prendere un voto in più di Cecilia Francese. Antonio Visconti è in maniche di camicia, seduto alla sua scrivania; gli chiedo cosa ha fatto nelle ultime ore: «Oggi ho una serie di riunioni: ho visto i candidati consiglieri, gli eletti, i più stretti collaboratori. Stiamo preparando l’agenda dei prossimi otto giorni, quelli decisivi». Appare determinato, fiducioso, convinto di potercela fare.
Se fosse una partita di calcio, si sentirebbe sullo zero a zero con 90 minuti da giocare, oppure all’intervallo sotto di un gol, con 45 minuti per rimontare?
«Il ballottaggio è una partita nuova, siamo pari. Diciamo che mi sento come prima di una finale da giocare fuori casa».
Il primo turno se lo aspettava così?
«Prevedevo uno scarto leggermente inferiore: io mi davo più o meno la percentuale raggiunta, ma pensavo che Francese si attestasse al 38-39%. La vera sorpresa è stata la debacle di altri candidati, che certo non mi ha favorito».
Questi i dati. La sua analisi?
«La sindaca uscente ha tratto vantaggio dalla situazione di forza maggiore creatasi con la pandemia di Covid 19. Due anni fa il suo gradimento era in forte calo, poi, come praticamente ovunque, è accaduto che la gestione dell’emergenza ha rafforzato la sua immagine pubblica e le ha consentito per un anno e mezzo di essere l’unico attore politico in scena. La comunità si è avvicinata alla sindaca e la sindaca ha recuperato popolarità non per meriti, ma per necessità».
È soddisfatto della sua campagna elettorale?
«Sì. Sono appagato e credo di avere concrete possibilità di vincere. Abbiamo voluto polarizzare il confronto, una scelta obbligata che comunque ha centrato l’obiettivo. Sono fiducioso».
Cosa le ha insegnato questa competizione?
«È stata una incredibile esperienza umana. Sono entrato in contatto con i problemi e le aspettative di tante persone. Uno scambio emotivo che mi ha molto arricchito come uomo e, in alcuni casi, mi ha profondamente commosso. Non dimenticherò mai l’incontro con un bambino, orfano di padre, che sogna da grande di fare il medico. Le sue parole, il suo sguardo. Famiglie a cui vorresti dare una prospettiva, per le quali vorresti che Battipaglia diventasse un posto migliore».
Ma Visconti non è un uomo freddo e distaccato?
«Questo cliché di persona fredda e presuntuosa è stata la prima menzogna diffusa su di me, quella che mi ha addolorato di più. Chi mi conosce bene sa che sono diverso da come mi hanno voluto dipingere. A qualcuno ha fatto comodo denigrarmi descrivendomi come servo di poteri forti, uomo arrogante al servizio di chi vuole portare la spazzatura a Battipaglia. Bugie, fango gettato in quantità su di me. Questo ha incattivito la campagna elettorale, condizionando il giudizio di molti elettori. La comunicazione di alcuni candidati sindaci è stata solo incentrata a mettere in cattiva luce il personaggio Visconti. Hanno passato al microscopio tutte le mie dichiarazioni, tutte le mie iniziative, col solo scopo di strumentalizzarle e usarle contro di me. Questo mi ha amareggiato molto. Per fortuna, col passare dei giorni, le persone stanno capendo chi sono e qual è il mio progetto per Battipaglia”.
Pensa di poter vincere? Cosa cambia rispetto al primo turno?
«Partivo da zero consensi, ora sono al 35% e questo mi spinge a crederci. Al primo turno il mio messaggio arrivava in mezzo a quello di altri, a volte trasmesso dai componenti delle liste o da altri intermediari. Mentre la sindaca uscente aveva i suoi canali diretti e istituzionali per avere visibilità. Ora siamo rimasti in due, con le stesse opportunità, due persone che parlano agli elettori senza mediazioni. Ho fiducia che questo mi aiuterà a far comprendere meglio il mio programma, basato su progetti chiari e con persone competenti nei ruoli chiave. I battipagliesi potranno finalmente decidere e scegliere tra passato e futuro».
A proposito di competenze: Cosimo Spera, il manager battipagliese che da anni lavora negli USA, ha confermato la disponibilità a collaborare gratis col prossimo sindaco di Battipaglia. Se sarà lei lo chiamerà?
«Certo. Avrò piacere di incontrarlo e di ascoltare il parere di un uomo molto preparato e che mostra grande amore per la nostra città».
Visconti non si fermerebbe, ha voglia di spiegare il suo progetto per Battipaglia. Lo interrompo e gli faccio l’ultima domanda. Qual è stato il consiglio più utile che ha ricevuto?
Senza pensarci un attimo, risponde: «All’inizio di questa avventura, mesi fa, mi hanno detto: impegnati per gli altri, ricordati di mettere al primo posto chi ha più bisogno».
Chi le ha detto questo?
«Mia madre».

14 ottobre 2021 – © riproduzione riservata

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