Area di crisi: che vuol dire?

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L’etimologia della parola “crisi” risale al greco antico, precisamente al verbo krino, che vuol dire “discernere, valutare”. Una parola che, comunemente, viene considerata negativa, ma che, nella sua accezione originaria, gode, al contrario, d’una carica positiva.
Il tempo di crisi, per gli uomini dell’Ellade, è l’occasione per trarre delle valutazioni, per fare discernimento, per far sì che dalle riflessioni possano partire gli stimoli per una nuova e più vigorosa crescita. La crisi è un’opportunità.
Ed è sicuramente questa l’interpretazione prevalente di una delle ultime mosse dell’amministrazione comunale, capeggiata dal sindaco Cecilia Francese. Nei primi giorni di novembre, infatti, la Regione Campania, alle prese con la definizione delle aree di crisi industriale non complessa, ha inserito nel novero pure il distretto industriale chimico di Battipaglia.
Sia chiaro: si tratta di un grandissimo risultato. Al di là d’ogni battaglia di partito, infatti, da anni si sperava che Battipaglia potesse beneficiare d’un simile provvedimento, e in campagna elettorale sono state poche le voci fuori dal coro di “viva l’area di crisi!”.
In molti, tuttavia, sono intimoriti. Si pensa, infatti, che l’area di crisi industriale possa rappresentare il viatico per portare la fonderia Pisano a Battipaglia. Eppure, se l’amministrazione comunale manterrà fede alla parola data (lo ha garantito proprio il sindaco sullo scorso numero di Nero su Bianco), la fonderia non s’avrà da fare, perché il rilascio delle autorizzazioni alle imprese spetterà comunque al Suap.
Eppure sarà Invitalia, l’agenzia che gestisce pure le agevolazioni previste per l’autoimpiego e autoimprenditorialità, a stilare una graduatoria delle aziende intenzionate a investire a Battipaglia e a concedere i finanziamenti. I fondi concessi saranno a valere dalle risorse stabilite dalla legge 181 del 1989, tesa appunto al rilancio delle aree di crisi.
Naturalmente l’ultima parola spetta al Ministero dello Sviluppo Economico che, ai principi di dicembre, dovrà pubblicare ufficialmente l’elenco nazionale delle aree candidate dalle regioni – ed è stata la Regione Campania, dopo una serrata trattativa con l’amministrazione comunale, a candidare Battipaglia – e definire i criteri per l’agevolazione. È prassi, tuttavia, concedere agevolazioni fino al 50% della somma necessaria all’investimento e tener conto di fattori quali la tutela ambientale, l’incidenza dell’investimento sull’occupazione nel territorio e la presentazione d’un programma che arrechi giovamento alla comunità nell’arco delle annualità considerate. Di solito le aziende beneficiarie sono vincolate al territorio per un periodo definito, e devono rendicontare a Invitalia e al Mise di anno in anno.

 11 novembre 2016 – © Riproduzione riservata
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