Assistenza specialistica: hanno ragione le famiglie

[di Carmine Landi]

La Costituzione da una parte, la mannaia calata sulle ore d’assistenza specialistica gli alunni con disabilità dall’altra. Tagliola che violerebbe l’articolo 2 della Carta costituzionale (“La Repubblica garantisce i diritti inviolabili dell’uomo nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”, proprio quello lì!), la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Convenzione europea, la Carta di Nizza e pure la sentenza emessa nel 2014 della Corte di cassazione a sezioni unite. È la durissima pronuncia di Valentina Ferrara, giudice della Prima sezione civile del Tribunale di Salerno, che ha già accolto il primo dei ricorsi d’urgenza presentati dai genitori degli alunni con disabilità costretti, dal primo febbraio, ad essere assistiti al massimo per dieci ore a settimana. L’ordinanza, per ora, s’applica solo al caso oggetto del ricorso, ma crea un precedente: il verdetto s’appresta ad essere “fotocopiato” a fronte d’analoghe iniziative legali. Il primo alunno che vede riconosciuti i suoi diritti è un dodicenne della scuola Fiorentino: fino a due mesi fa beneficiava di 25 ore, poi gliene hanno tolte più della metà. Dieci e non più dieci. Illecitamente: parole del magistrato che ha accolto il ricorso curato dall’avvocato Carmine Galdi. «È un diritto fondamentale, non sacrificabile sull’altare del principio di bilancio», scrive il giudice. E Galdi avvisa il Comune, già condannato a pagare le spese: «Faremo ricorso al Tribunale ordinario per il risarcimento dei danni morali, affidandoci alla quantificazione equitativa per la violazione di diritti costituzionalmente garantiti».

Facebooktwittermail