Avarie ed eventuali
Leggete questo cartello nella foto. Bello no? Si trova appena terminata la rampa d’uscita dall’autostrada, sulla destra, altezza innesto per Belvedere. Grosso modo, la traduzione è: “Andate piano: in linea generale, non sappiamo né dove né quando, può capitarvi di sfasciare un braccetto dell’auto”. Il che segna un taglio netto col passato, con la vecchia comunicazione istituzionale, con quello stantio e ritrito bisogno di star sempre lì a spiegare, circostanziare, giustificare. Così è tutto più semplice, lineare: guagliu’, a prescindere, andate piano; anzi, pianissimo. Qua non c’è possibilità d’apparecchiare una manutenzione straordinaria e non è che ci possiamo mettere sempre ad avvisare.
Secondo alcune voci di corridoio l’operazione rientrerebbe in una più ampia campagna di sensibilizzazione ideata dal Comune: per ora ancora in fase sperimentale, ma, ove dovesse funzionare, pronta a essere replicata con nuove iniziative. Ad esempio, pianteranno segnali di senso unico a Piazza Amendola, per inculcare in via subliminale l’avviso che “o di qui, o di là, da qualche parte comunque è divieto”. In filodiffusione, da altoparlanti nascosti sistemati nelle strade principali, si udirà ogni dieci minuti il fischio preregistrato di un vigile, perché comunque si sa, una macchina da spostare c’è sempre. Qualunque segnalazione stradale relativa alle città più prossime sarà eliminata e sostituita da numerosi cartelloni sulla S.S. 18 rappresentanti un’unica, gigantesca freccia verticale con su scritto “Ushuaia” in direzione Sud e “Reykjavík” in direzione Nord. Vai a sbagliare, così.
Per il momento i pubblicitari sono indecisi sul nome da dare all’iniziativa, ma pare che al ballottaggio siano arrivati due titoli su tutti: “Mani avanti” e “Ve l’avevo detto”. In realtà ci sarebbe anche un “Chi arriva a casa vince”, ma pare si potrebbero avere grane col settore “giochi a premi” del Ministero delle Finanze.
No, dai, per carità. Non sia mai detto che faccia sarcasmo sulla tutela della salute della gente: mettere un cartello d’avviso, per quanto astratto e generico, è sempre meglio che non metterlo proprio. Certo: da cittadino, nel leggere che il percorso è disseminato di dossi, mi piacerebbe sapere anche la gravità del pericolo a cui vado incontro e dove sono più o meno concentrati. Ad esempio: è un problema che riguarda solo Belvedere, come lascerebbe presumere il posizionamento del cartello, o è esteso a tutta la citta? Per organizzarmi, diciamo così: non è che posso uscire costantemente di casa con un geologo, o mandare truppe di familiari in avanscoperta, tipo un servizio “Orda verde” o “CCISS, viaggiare intronati”. E poi qualche dettaglio in più sarebbe gradito anche per curiosità: come mai succede ciò, perché è roba che non possiamo riparare, se è una situazione comunque statica – e monitorata – o è destinata a peggiorare.
Vallo a capire, insomma, se anche in questo caso resta calzante il vecchio detto “prevenire è meglio che curare”, o è vero, una tantum, l’esatto contrario.
Ernesto Giacomino
5 aprile 2019 – © Riproduzione riservata