Battaglie politiche


La protesta contro l’impianto di compostaggio unisce i battipagliesi, ma divide la politica. Nelle ore più importanti, la maggioranza resta spaccata: rifiuti, indennità e partecipate fanno calare il gelo nella coalizione di Cecilia Francese.

Il governatore e il vicesindaco
«Quando vanno migliaia di giovani in piazza, lo fanno con passioni e obiettivi positivi, ma credo che dietro ci sia ancora una volta chi si deve candidare». All’indomani della grande protesta di Battipaglia, il governatore Vincenzo De Luca parla così. E si riferisce a Ugo Tozzi, vicesindaco di Battipaglia e papabile candidato alla Camera di FdI: De Luca parla di lui, perché accenna a «qualche imprenditore agricolo che ha qualche parente che si deve candidare da qualche parte». Un’allusione a Rosario Rago di Confagricoltura, cognato di Tozzi. Non tarda ad arrivare la replica del vicesindaco. «Dovrei sentirmi lusingato – dice Tozzi – se il despota campano pensa questo, ma quelle dichiarazioni sono irrispettose nei confronti d’un’intera comunità». E conclude: «Questa comunità lo ha votato, è scesa in piazza per lanciare un grido d’allarme, e De Luca ha risposto fregandosene, irridendoci e riducendo tutto a “Tozzi li ha portati in piazza perché si deve candidare”, ed è lo schiaffo più violento». Stizzito anche Rago: «Tuteliamo i diritti degli agricoltori e non ci prestiamo a polemiche politiche».

Le critiche dei pattisti
«Per un anno e mezzo, Tozzi dov’è stato?»: se lo chiedono Roberto Cappuccio, Angelo Cappelli, Valerio Longo, Gerardo Zaccaria, Francesco Marino, Bruno Amendola, Giuseppe Salvatore e Antonio Sagarese, gli otto dissidenti che hanno dato vita alla confederazione politica. «La cittadinanza ha ragione a protestare – aggiungono – perché le istituzioni si sono mostrate disattente sui tanti problemi ambientali». Parlano d’affrontare la questione complessivamente, e senza più rinvii, ma dicono se su questi temi «non è tollerabile che chi sta in giunta e fa il vicesindaco si faccia la campagna elettorale». I pattisti si domandano perché «Tozzi s’accorga magicamente di tutto soltanto adesso» e alludono a «giochi di potere che mortificano questa città». E invitano la Francese a guardare agli spiragli lasciati aperti dal presidente campano: «La sindaca si renda conto di quello che stanno facendo e colga la volontà delle istituzioni superiori di risolvere la problematica ambientale nella sua globalità».

Le mozioni degli otto
Dimezzare le indennità e i gettoni per creare un fondo per la povertà. È la proposta che i pattisti presenteranno alla prossima seduta consiliare. Se la mozione passasse, l’indennità della Francese, ora a 3.719 euro mensili, calerebbe a 1.859, mentre Tozzi, che non è in aspettativa, percepirebbe 697 euro anziché gli attuali 1.394. Gli assessori e il presidente Franco Falcone guadagnerebbero 1.115 euro e non più 2.231. E il gettone dei consiglieri da 34 euro calerebbe a 17, passando da 819 a 409 euro a seduta. E poi c’è una proposta deliberativa su Alba, nei giorni più duri per la partecipata comunale, con Luigi Giampaolino che fa sapere alla sindaca di non voler andare via finché non si procederà al pagamento dei contributi previdenziali arretrati. L’Alba che vogliono i pattisti è pubblica e sistema e gestisce una nuova pineta litoranea, produce buste di plastica, ricicla la carta e s’occupa dei parcheggi pubblici e delle farmacie comunali, eroga il gas metano e costruisce gli alloggi popolari. È scritto in una proposta deliberativa lunga venti pagine.

7 dicembre 2017 – © Riproduzione riservata
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