Battipaglia ricordaRocco Scotellaro

[di Iole Palumbo]

Cosimo Montefusco è un ragazzino di diciassette anni di Battipaglia che il 3 settembre del 1953 sta portando al pascolo le bufale del suo padrone, come è solito fare, in contrada Aversana, precisamente in località Battaglio.  Mentre cammina le chiama per nome, le accarezza, le guida, loro capiscono il suo linguaggio e lo seguono, obbedendo ai suoi comandi.
Hanno un rapporto così intimo e particolare che Rocco Scotellaro, poeta e attivista politico lucano, non può fare a meno di fermarlo e intervistarlo per raccontare la sua storia nel libro Contadini del Sud: un’indagine sulle condizioni dei lavoratori agricoli nel Meridione, rimasta incompiuta a causa della sua prematura scomparsa.  

Proprio per ricordare tale evento, lo scorso 3 settembre, il Comune di Battipaglia in collaborazione con il Museo della bufala e della mozzarella ha apposto una lapide commemorativa sul luogo dell’incontro: la masseria attualmente di proprietà dell’imprenditore Bruno Palumbo.  L’iniziativa è nata in seguito alle attività di ricerca storica e documentale raccolte nella pubblicazione La coda della bufala. Il poeta e il bufalaro ad opera di Oreste Mottola e Renato De Filitto

Ha aperto la giornata la sindaca Cecilia Francese sottolineando che il Comune di Battipaglia, grazie all’impegno dell’assessora alla cultura Silvana Rocco, ha partecipato a diverse iniziative dedicate a Rocco Scotellaro in occasione del centenario della nascita. 

Molto toccante la testimonianza di Nicoletta Cirillo, moglie di Cosimo Montefusco, che ha ricordato il rapporto quasi simbiotico del marito con le sue bufale, al punto che quando la mandria, contro il suo volere, fu condotta al macello, decise di smettere per sempre di lavorare nell’allevamento. Cosimo era uno dei tanti ragazzi nella Piana del Sele, ai quali nessuno aveva mai dato voce, che trascorreva l’intera giornata con gli animali. Un diciassettenne che invidiava i suoi coetanei perché potevano andare al bar oppure al cinema, sapevano leggere e scrivere, e votavano senza consultare il “padrone”. Il suo sogno era “andare a zappare e a fare i fossi, ma non più guardare gli animali” perché lo zappatore ha orari duri ma definiti, un bufalaro no.

Momento centrale della commemorazione la lettura del testo dell’intervista tra Scotellaro e Montefusco, interpretati rispettivamente da Roberto Bove e da Davide Pitta, curata dall’associazione i Libronauti. Suggestiva anche la lettura delle poesie di Scotellaro dedicate al mondo rurale. Dai testi selezionati è emerso il grande amore per la civiltà contadina alla quale il poeta ha dedicato la sua intera opera letteraria, politica e personale. Si sono alternati per la declamazione dei versi i soci delle associazioni Fidapa, Historia Nostra e Lions.

Nella foto: la sindaca Francese e l’assessora Rocco con i coniugi Palumbo davanti alla targa che ricorda Rocco Scotellaro

9 settembre 2023 – © riproduzione riservata

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