Battipaglia si mobilita contro i rifiuti


Battipaglia dice no
. È scritto sui drappi e sui cartelli. Il verde campeggia ovunque: è il colore della speranza tanto cara alla città e della natura tante volte calpestata. È il colore di chi spera di salvare gli scorci naturali battipagliesi da cumuli di rifiuto, folate di fumo e odori molesti.
Sotto le insegne verdi c’è una comunità che affila le armi: alle porte, c’è l’imminente battaglia campale, e ci si prodiga in migliaia di modi per la chiamata alle armi.
C’è chi spiega pazientemente ai concittadini il perché della serrata, all’ombra d’un gazebo; c’è chi contatta i dirigenti scolastici, gli studenti, i rappresentanti delle associazioni di categoria e di quelle culturali e dei gruppi parrocchiali; c’è chi smanetta sul pc per creare un logo, una nuova insegna; c’è chi fissa riunioni e pianifica il da farsi; c’è chi prepara gli striscioni da esporre; c’è chi si documenta facendo da sé o confrontandosi con gli esperti.

Sì o no
Battipaglia si mobilita. Il 22 ottobre si ritrova a Palazzo di Città, rappresentata da un migliaio di persone, in un’assemblea dai mille volti, e acclama chi lotta e predica unitarietà e respinge a muso duro ogni tentativo di politicizzazione dell’evento.
Due giorni dopo, il 24, la Cgil chiude le porte alla protesta. «No ai no aprioristici», dice il segretario provinciale Arturo Sessa. Cecilia Francese e Stefania Vecchio tornano a Napoli, al Centro direzionale. Stavolta parlano davanti a Gianpiero Zinzi, presidente della III commissione speciale, quella su terra dei fuochi, bonifiche ed ecomafie, e al tavolo, disertato dal vicegovernatore Fulvio Bonavitacola, ribadiscono che non ci stanno ad ospitare il mega-impianto tra le mura della città. E incassano il supporto di Zinzi, che è di Forza Italia e s’oppone al Pd campano. Come s’oppongono i consiglieri regionali pentastellati Michele Cammarano e Vincenzo Viglione, che presentano in consesso regionale una mozione per fermare l’impianto.

Renzi e De Luca
Il 25, da Capaccio, dov’è andato ad accogliere il segretario nazionale del Pd, il presidente Vincenzo De Luca dice la sua: «Da sindaco, cinque anni fa, ho realizzato nella mia città un impianto di compostaggio, e l’Unione Europea m’ha premiato, e non devo aggiungere altro». Il centro per il trattamento dell’organico del Comune di Salerno, però. è pure quello che di recente è stato bocciato da Raffaele Cantone, magistrato alla guida dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. In terra capaccese, ad ogni modo, coi drappi verdi tra le mani, c’è una delegazione delle donne “no-compost” che, con la benedizione di Mimmo Volpe, sindaco bellizzese, vengono ricevute su un vagone ferroviario dall’ex premier Matteo Renzi. «Non conosco la vicenda, ma ne parlerò con De Luca», dice l’aspirante presidente del consiglio, e ricorda: «Da bambino, a Battipaglia, ci venivo con papà a gustare la mozzarella». E Stefania Battista replica: «Con tutto questo pattume, sarà impossibile assaporarla in futuro». La città dell’oro bianco che diventa la capitale del rifiuto.

Eboli contro?
Sullo sfondo, il derby della Piana che rischia di vanificare la battaglia: Massimo Cariello, sindaco di Eboli, vuole ampliare il sito del suo comune, vicinissimo a Battipaglia, e prendersi l’organico che la Francese non vuole. «Il nostro impianto – fa sapere il primo cittadino ebolitano – ha già avuto l’approvazione Via per un ampliamento fino a 70mila tonnellate dei quantitativi d’umido da trattare e per la realizzazione d’un biodigestore». Il quadruplo dei rifiuti attualmente trattati nel centro gestito dalla Ladurner: «Sarebbe inutile lavorare altre 36mila tonnellate nello stir di Battipaglia». E poi sterili polemiche su mancati inviti all’assemblea del 22, smentiti con screen e rinvigoriti coi commenti dai partigiani del Castelluccio e del Castello Colonna. La Francese replica stizzita sulla proposta d’ampliamento: «È questo il modo in cui vuol risolvere il problema dei miasmi? Conosce poco il territorio e pure gli effetti del suo impianto, riconosciuti perfino da Bonavitacola (che sostiene che il centro ebolitano puzzi). Immagina il futuro della Piana nei rifiuti, ma noi la pensiamo diversamente».

Le diffide
E nel frattempo, sulla scorta delle relazioni dell’Arpac di fine agosto e inizio settembre, la Regione diffida i gestori di due impianti battipagliesi: un sito pubblico, che è proprio il sito di trattamento meccanico biologico, il cosiddetto Stir, e un centro privato, che è in località Villani, lungo la via Spineta. Il 18 ottobre, Anna Martinoli, dirigente dell’unità operativa regionale che s’occupa d’autorizzazioni ambientali e rifiuti nel Salernitano, aveva inviato le diffide a EcoAmbiente, società provinciale che gestisce lo stir, e ai titolari del sito di via Spineta: ai primi, quindici giorni di tempo per mettersi in regola; ai secondi un mese. Pena, in entrambi i casi, la revoca delle autorizzazioni e la chiusura degli stabilimenti.

Ambiente e salute
Di correlazioni tra rifiuti e salute parla un esperto neo-concittadino: si tratta di Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, candidato al Nobel per la medicina, che il 28 ottobre, a Palazzo di Città, insignito della cittadinanza onoraria, ha fatto sapere ai no-compost che il rischio che la cattiva gestione degli impianti di smaltimento e trattamento dei rifiuti arrechi danni alla salute è concreto.
Si sciopererà per questo. Scolari e lavoratori, giovani e meno giovani, eletti ed elettori sfileranno per le vie della città per dire no.

4 novembre 2017 – © Riproduzione riservata
Facebooktwittermail