Bella e impossibile

[di Francesco Bonito]

Per alcuni è una buona notizia, per altri è una scelta scellerata. I benevoli sono convinti che sia una grande opera, per i critici più severi è un inutile spreco di danaro pubblico. Si parla della nuova “otto corsie”, che non è una strada ad alta velocità, né un rinnovato reparto dell’ospedale cittadino. È la nuova pista di atletica leggera realizzata nello stadio Pastena. Bellissima, azzurra, tecnicamente perfetta e pronta a ospitare meeting di atletica leggera, anche internazionali, anche dopo il tramonto del sole, visto che è illuminata da un nuovo e (dicono) efficiente impianto montato su quattro torri. Una pista da record, realizzata a tempo di record, pagata circa 1,2 milioni di euro (compreso l’impianto d’illuminazione) utilizzando una parte dei “famigerati” fondi Pics che inizialmente dovevano servire per ristrutturare l’ex scuola elementare De Amicis. 

Gli argomenti dei “benevoli” sono: finalmente sarà possibile praticare l’atletica leggera; inoltre, è un’opportunità per Battipaglia che col nuovo impianto potrà candidarsi a ospitare importanti eventi sportivi; e poi, erano soldi che se non venivano spesi entro la fine del 2023 sarebbero andati persi. I “critici” sono meno indulgenti nei confronti della scelta operata dall’amministrazione comunale. Una pista nuova di zecca in un impianto inagibile da anni, con spogliatoi fatiscenti e tribune interdette al pubblico. Quali meeting potrebbe ospitare? Una spesa folle e senza senso. Questo obiettano i meno entusiasti, per usare un eufemismo. Entrambe le posizioni si basano su osservazioni pertinenti. Come dar torto a chi sottolinea l’evidente contrasto tra le otto “vellutate” corsie degne di un Golden Gala e lo “sgarrupato” stadio che c’è intorno. Ma è altrettanto vero che ristrutturare uno stadio significa rifare sia il contenitore che il contenuto. 

Il punto però non è solo questo. Appare ragionevole affermare che il discrimine tra consegnare una grande opera alla collettività e sprecare i soldi pubblici è rappresentato da un’azione: gestire. Se si valutano le opere pubbliche realizzate a Battipaglia negli ultimi 40 anni, coniugando al participio passato il verbo citato, il giudizio è impietoso. Quasi tutte sono state mal gestite e scarsamente manutenute. Gli esempi sono sotto gli occhi dei battipagliesi, pleonastico ricordarli. 

È sulla capacità di completare e, soprattutto, di gestire le opere pubbliche che andrà valutata questa amministrazione comunale. Ricordando un principio fondamentale: l’ultimo metro cubo di cemento di un’opera, così come l’ultimo metro di una pista, può rappresentare il traguardo per un costruttore, ma è la linea di partenza per un buon amministratore pubblico. 

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