Beni confiscati: il deludente resoconto dell’amministrazione Francese

SPAZIO A PAGAMENTO AUTOGESTITO

Lo stato dell’arte
Lo scorso dicembre, con un’interrogazione sottoscritta da tutti i consiglieri comunali di opposizione, abbiamo acceso i riflettori, formulando diversi quesiti al sindaco e alla giunta, sulla problematica inerente l’attuale condizione e destinazione dei beni confiscati che, per il tramite dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (di seguito ANBSC), sono stati acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune di Battipaglia affinché li recuperi e li reimpieghi per scopi di utilità sociale. L’interrogazione è stata discussa nella seduta del Consiglio comunale del 24.2.2022, nel corso della quale l’allora assessore all’urbanistica architetto Giampaolo Lambiase (le cui recenti dimissioni hanno lasciato non pochi strascichi di polemiche) dava lettura della relazione tecnica a firma del dirigente del settore tecnico ing. Carmine Salerno. L’amministrazione tracciava, in quella sede, un bel programma rimasto al momento lettera morta. Si è concluso con un nulla di fatto l’impegno, assunto da tempo, di destinare a sede di una biblioteca l’immobile di via Gramsci, nelle more della conclusione delle procedure, avviate con delibere di giunta 45 e 46 del 24.2.2022, tese ad ottenere finanziamenti da indirizzare alla valorizzazione dei beni confiscati, nell’ambito della Missione 5 del PNRR. Qualora l’ente potrà contare sulla disponibilità di queste somme, come noi speriamo, i fondi così intercettati saranno destinati alla realizzazione di una biblioteca comunale, di un centro antiviolenza, di una casa di accoglienza per donne maltrattate e di un nido per l’infanzia. Uno dei progetti candidati è quello per la costruzione di un polo della carità che sorgerà al posto dell’ex materassificio di via Catania, dato da tempo in concessione alle parrocchie della città. Attualmente la struttura versa ormai in un completo stato di abbandono (vedi foto), emblema di degrado e di incuria, ricettacolo di senza fissa dimora e di comune delinquenza, sebbene i residenti della zona abbiano più volte denunciato la mancanza di condizioni minime di sicurezza e di decoro urbano in grado di assicurare la normale vivibilità della zona. La situazione non è migliorata, nonostante l’impegno assunto dall’assessore prof. Vincenzo Chiera, che sentiamo il dovere di ringraziare pubblicamente per aver fatto proprie le nostre istanze di consiglieri di opposizione, preoccupandosi unicamente di mettere al primo posto gli interessi dei cittadini. Purtroppo, si sa: quando ci si trova di fronte ad un muro di gomma, non esistono modi e forme per contrastare l’arroganza del vertice politico amministrativo e, alla fine, non resta che prendere atto di questa triste realtà. Uno spettacolo che nella politica battipagliese troppo spesso va in scena e al quale ormai ci siamo quasi rassegnati.
Di nuovo fermo al palo sembra essere il progetto “Il tempo supplementare” dopo una timida ripresa delle attività amministrative, connesse e successive alla presentazione della nostra interrogazione, alla quale ne è seguita un’altra sull’esito delle procedure per il recupero di ben circa € 88.000, maturati in relazione ai contratti di locazione, nei quali il comune è subentrato, in seguito all’acquisizione al patrimonio comunale degli immobili sempre di via Gramsci.
Attendiamo, ancora, risposte sull’avvio delle procedure per i lavori di adeguamento, alla normativa edilizia, dei beni di via Avogadro che abbiamo suggerito di destinare, tramite selezioni trasparenti e nel rispetto di procedure di evidenza pubblica, alle associazioni regolarmente censite e selezionate che operano sul territorio e che si interessano del recupero degli animali abbandonati. È stata chiusa, definitivamente, per non riaprire più, la saracinesca del bar 21 Marzo, in via Generale Gonzaga, che tutti ricordiamo come luogo di ritrovo di tanti giovani che avevano dato il via a laboratori d’arte e di cultura.

La riflessione politica
Il quadro tracciato fino ad ora, non lascia sicuramente ben sperare sull’uso soddisfacente che si farà dei beni confiscati. Ora è innegabile che il loro corretto utilizzo dovrà passare attraverso il recupero dell’intero patrimonio comunale, mediante una programmazione a medio e lungo termine delle risorse da investire e delle progettualità da realizzare. Riuscire a recuperare i beni, espressione un tempo di patrimoni illeciti, utilizzandoli per finalità d’interesse sociale, rappresenta una rivoluzione culturale ed il segnale che un’istituzione forte e sana riesce a dare della vittoria della legalità su ogni forma di prevaricazione e di violenza. Appare quindi assolutamente indispensabile, da parte dell’intera classe politica a cui è stato affidato il mandato di governare la città, un’attenta riflessione su come porre rimedio all’immobilismo che ormai connota anche la gestione dei beni confiscati. Non sembra sufficiente, sebbene necessario, il tentativo di intercettare i fondi messi a disposizione dal PNRR, che è altro rispetto alla capacità di un’amministrazione di assolvere agli impegni quotidiani, obiettivo non impossibile da centrare per un Comune uscito da poco dalla procedura di riequilibrio finanziario. Occorre collocare il riutilizzo dei beni confiscati in un contesto di generale riqualificazione dell’intero patrimonio comunale, ridisegnando i confini ed i contenuti di una nuova Battipaglia, con la partecipazione dei cittadini e delle associazioni ed attraverso il dialogo con tutti gli attori istituzionali. Quello che si deve evitare sono singoli interventi a macchia di leopardo, non in grado di dare quel segnale di riscatto sociale, di rinascita culturale e di rivincita sulla violenza e la sopraffazione da cui prendiamo le distanze, quando ricorrono gli anniversari di commemorazione delle vittime delle mafie.

Il momento propositivo
Non è stato un caso, quindi, l’aver deciso di scrivere questo articolo in occasione dell’anniversario del trentennale della strage di Capaci. Questo contributo vuole essere un invito a tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, a dare un nuovo e significativo impulso alla gestione e all’utilizzo dei beni confiscati, in conformità alle direttive dell’ANBSC.
A tal fine, si potrebbe costituire una commissione consiliare che si interessi delle problematiche sui beni confiscati e che coadiuvi, dando indirizzo ed incisività, all’azione amministrativa. Tale organo andrebbe composto da un rappresentante di ogni gruppo consiliare presente in consiglio e vedrebbe nel ruolo di presidente un esponente dell’opposizione, in linea con quanto stabilito dall’art. 44 TUEL, che al comma 1 attribuisce alle opposizioni la presidenza delle commissioni consiliari aventi funzioni di controllo e di garanzia ove costituite. Questo potrebbe essere il contesto nel quale, la sinergia e la collaborazione tra i consiglieri comunali trovano nel momento propositivo l’occasione, attraverso un corretto dialogo istituzionale, per dare alla città il vero segnale del risveglio delle coscienze e di una nuova primavera per il nostro territorio.

I consiglieri comunali Liberali e Solidali
Azzurra Immediata e Gaetano Marino

21 maggio 2022 – © riproduzione riservata

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