Bombe d’acqua? No, solo pioggia intensa
“Bombe d’acqua”. “Clima impazzito”. “Diluvio universale”. Sono queste le locuzioni più frequenti con le quali i cittadini battipagliesi, loro malgrado, hanno dovuto avere a che fare in questi giorni.
In particolare stiamo facendo riferimento alle giornate di giovedì 6 ottobre e lunedì 10 ottobre, ore drammatiche durante le quali la città ha dovuto fronteggiare diverse situazioni di emergenza, con l’inondazione del sottopasso ferroviario in primis e il successivo allagamento di molte delle strade principali tra cui via Paolo Baratta, viale della Libertà e il raccordo tra via delle Industrie e viale Brodolini (vedi foto in basso). Una situazione che ha suscitato malessere tra la popolazione e che ha arrecato, nel migliore dei casi, disagio alle attività commerciali e agli automobilisti direttamente interessati dalle conseguenze di questi episodi di maltempo.
Ma una volta passata l’acqua sotto il ponte, laddove solitamente è previsto il passaggio delle autovetture, arriva il momento di capire seriamente cosa è accaduto e fare un’analisi razionale degli eventi perché presto o tardi i problemi torneranno, è il caso di dirlo, a galla. Se infatti analizziamo i dati relativi alle piogge di quei giorni a Battipaglia (dal 2007 raccolgo tutti i principali parametri meteorologici della nostra città, divulgandoli attraverso Facebook sulla pagina “Battipaglia Webcam&Meteo”) si nota chiaramente come in entrambi gli episodi di allagamento l’acqua precipitata ammonta a poco più di 30mm, con un rateo massimo di pioggia pari a 318mm/h. Ebbene, confrontando tali rilevamenti con altri del recente passato relativi a precedenti episodi di pioggia violenta, appare evidente come le precipitazioni del 6 e del 10 ottobre debbano essere classificate come NON eccezionali, e che quindi la causa dell’inondazione della città non va (esclusivamente) ricercata nei capricci del dio Zeus, come molti hanno tentato di farci credere. Evocare le “bombe d’acqua”, quindi, non risulta essere il metodo più appropriato per risolvere i problemi in città che, se affrontati soltanto con qualche voto alle divinità, saranno inevitabilmente destinati a ripetersi in un futuro nemmeno troppo lontano.
Foto Luigi Aloise