Braccio di ferro tra Comune e Alba
Di recente, in città, s’è parlato parecchio di rifiuti: tra i dipendenti di Alba e l’amministrazione comunale è di nuovo guerra.
Gli operai della partecipata hanno proclamato lo stato d’agitazione. Nel documento stilato dai lavoratori si lamenta la mancanza di relazioni sindacali con il manager che amministra l’azienda, Luigi Giampaolino.
All’indirizzo dell’ingegnere, infatti, le rsu di Alba hanno fatto tre richieste di incontro, che però non sono state accolte. Lo stato d’agitazione consiste nella mancata raccolta del vetro, del cartone e dei pannolini, che, fino al 2015, i dipendenti di Alba portavano avanti a incentivo straordinario, che non vuol dire propriamente lavorare a retribuzione straordinaria, ma pagamento del doppio prodotto. L’incentivo, infatti, stimola i singoli dipendenti a darsi da fare autonomamente per il lavoro richiesto. Lo straordinario, al contrario, vuol dire lavorare oltre le canoniche sei ore di lavoro. L’amministrazione Francese, che si ritrova ad amministrare un Comune che riversa in condizioni di predissesto, vuole porre un freno al fiume di lavoro a incentivo straordinario.
L’istanza dei dipendenti è basata su un’obiezione logica (per chi la propone): i mezzi utilizzati, infatti, si riempiono già con la raccolta ordinaria, e dunque i lavoratori dovrebbero tornare al centro di raccolta e svuotarli prima di ripartire per la raccolta di vetro, cartone e pannolini.
E poi, sul tavolo, c’è sempre la spinosa quaestio contrattuale, un nodo rimasto irrisolto dai tempi dell’accorpamento di Nuova a Alba. I quarantacinque che, in seno alla prima sub-partecipata, si occupavano della manutenzione, infatti, adesso lavorano per conto di un’azienda che si occupa di raccolta dei rifiuti. Eppure, diversamente dagli ex Alba, che godono del contratto Federambiente, gli ex Nuova lavorano ancora alle condizioni del contratto Enti locali. E la questione è prettamente economica, dal momento che il passaggio degli ex Nuova al contratto Federambiente comporterebbe un aumento dei costi di almeno 350mila euro l’anno.
Soldi che, a parere dei lavoratori di Alba, ci sarebbero: le RSU, infatti, puntano il dito contro l’amministrazione comunale, e pensano che tutto ciò sia fatto al fine di esternalizzare alcuni servizi al momento in seno alla municipalizzata.
Sulla questione è intervenuto l’assessore Marco Onnembo, che a Nero su Bianco ha dichiarato: «È legittimo che i lavoratori presentino all’amministrazione delle istanze per migliorare le condizioni del proprio lavoro, così come è altrettanto giusto che l’amministrazione di un Comune in predissesto economico faccia le proprie valutazioni».
Onnembo lancia una stoccata: «Il sospetto che ci sia una strumentalizzazione o una regia politica c’è tutto, perché vien da chiedersi come sia possibile che prima, quando venivano pagati a incentivi, riuscivano a raccogliere vetro, cartone e pannolini e adesso no?».
L’assessore, poi, tende la mano agli operai: «Noi non vogliamo esternalizzare i servizi, e chi lo dice è in malafede: vogliamo abbassare i costi, come ci impone la legge, sì da poter garantire una riduzione delle tasse a beneficio dei cittadini, e su questo tema non recediamo di un passo». E infine rimarca: «Non è nella nostra agenda politica neppure la privatizzazione di Alba, ma è necessario conseguire dei risparmi e tenere la città pulita. Per far questo ci vuole la collaborazione di tutti».
Nella foto: l’assessore Marco Onnembo