Bullismo e cyberbullismo: cosa fa la scuola?

Nella prima settimana di febbraio si sono celebrati sia il Safer Internet Day che la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola. Quasi tutti gli istituti scolastici italiani, di ogni ordine e grado, hanno organizzato manifestazioni di forte sensibilizzazione verso questi fenomeni. Ma, in concreto, quali sono le azioni delle scuole per contrastarli? Ogni istituto ha al suo interno un docente referente per ogni scuola, appositamente formato, con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo. Anche per gli altri insegnanti è stata attuata, già dall’anno scolastico 2017/18, una formazione specifica prevista dal Piano Nazionale Formazione Docenti. Nei regolamenti di istituto di tutte le scuole sono state inserite apposite sanzioni disciplinari verso gli studenti autori di condotte di cyberbullismo. Inoltre il dirigente scolastico che viene a conoscenza di atti di cyberbullismo deve informare tempestivamente i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale ovvero i tutori dei minori coinvolti e attivare adeguate azioni di carattere educativo. Il Ministero dell’Istruzione, tramite gli Uffici Scolastici Regionali, emana bandi per il finanziamento di progetti di particolare interesse elaborati da reti di scuole.
Le cause che portano i ragazzi a compiere atti di bullismo e cyberbullismo sono molteplici e complesse, molte volte si radicano nel tessuto familiare e dipendono dagli stili educativi genitoriali. Le scuole hanno un ruolo di primo piano nel prevenire, individuare e ridurre tali fatti che, come la cronaca ci insegna, hanno avuto anche conseguenze gravissime. Molti studenti hanno scarse competenze digitali in quanto, nonostante siano cresciuti a stretto contatto con i dispositivi elettronici, non sono stati educati all’uso consapevole e corretto delle tecnologie informatiche. Molti altri mancano di adeguate competenze relazionali, nel senso che non riescono a comunicare in maniera corretta con i loro coetanei né a metabolizzare ed esprimere i sentimenti di rabbia e frustrazione che sono così diffusi in età adolescenziale o pre-adolescenziale. 
Alla base degli episodi di bullismo o cyberbullismo si riscontra in generale una sorta analfabetismo emotivo e una diffusa mancanza di empatia: i ragazzi non riescono a percepire la sofferenza altrui e quindi a comprendere le conseguenze delle loro azioni e a ritmare le relazioni con i coetanei in una reciprocità emotiva.
Negli episodi di bullismo e cyberbullismo non è presente solo la contrapposizione bullo-vittima, ma c’è anche una maggioranza silenziosa di studenti che apparentemente sta solo a guardare e sulla quale bisogna intervenire.  Pertanto negli ultimi anni si sta prestando particolare attenzione alle dinamiche relazionali nel gruppo dei pari, per far emergere e reagire questa maggioranza silente.
La scuola è dunque chiamata a lavorare duramente non solo per far crescere le competenze disciplinari, ma anche e soprattutto quelle socio-emotive.  Tutte le scuole devono garantire un adeguato “clima scolastico”: esso si riferisce alla qualità e alle caratteristiche della vita all’interno di un istituto scolastico o di una singola classe. Il clima morale della scuola è costituito dall’insieme dei valori e delle norme, formali e informali, che regolano le relazioni interpersonali all’interno dell’ambiente scolastico e il grado di condivisione di tali valori e norme da parte degli studenti e degli adulti. Maggiore è la percezione di un’atmosfera positiva all’interno della scuola (cioè un clima che non approva i comportamenti devianti, ma, al contrario, stimola la costruzione di relazioni positive fondate sulla collaborazione), minore è la probabilità che gli studenti mettano in atto tali comportamenti negativi.

I riferimenti normativi
La Legge 29 maggio 2017 n. 71 ha definito le condotte di cyberbullismo, stabilendo che: per cyberbullismo si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito dei dati personali in danno di minorenni, nonché la diffusione di contenuti online il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
La Regione Campania con la Legge regionale 22 maggio 2017 n. 11 ha invece  promosso interventi di prevenzione e contrasto del cyberbullismo e del bullismo che viene definito come comportamenti e atti offensivi o aggressivi che un individuo o un gruppo di persone compiono ripetutamente ai danni di una o più vittime, per umiliarle, marginalizzarle, dileggiarle o ridicolizzarle per ragioni di lingua, etnia, religione, orientamento sessuale, aspetto fisico, disabilità ed altre condizioni personali e sociali della vittima.
Non sono però stati introdotti i reati di cyberbullismo o bullismo. Mentre sono le singole azioni di cyberbullismo o bullismo ad essere penalmente perseguibili quando si configurano come reati di violenza privata, lesioni, molestie, minaccia, stalking, estorsione, diffamazione, ecc. È stato inserito invece l’ammonimento amministrativo da parte del Questore nei confronti degli autori minorenni di cyberbullismo.

Assunta Giordano

15 febbraio 2019 – © Riproduzione riservata

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