Cacciadiavoli o erba di san Giovanni: l’iperico
[di Simona Otranto – Erborista]
L’iperico, Hypericum perforatum L., è una pianta spontanea perenne che fiorisce a ridosso del 24 giugno, giorno dedicato a san Giovanni, lungo i bordi delle strade, dei sentieri e nei campi abbandonati, in pieno sole, dai caratteristici fiorellini gialli picchiettati di rosso. Si narra che l’iperico sia germogliato dalle gocce di sangue fuoriuscite in seguito alla decapitazione del santo. A prova e conferma di questo, basta strofinare i petali del fiore tra le dita per macchiarsi di rosso.
Numerosi i riti, le tradizioni, le leggende che ruotano intorno a questo fiore da sempre considerato magico per la capacità di allontanare gli spiriti maligni (popolarmente si racconta!), tanto da mantenere nei secoli inalterato il nome volgare di cacciadiavoli (o fugademoni), oltre a quello di erba di san Giovanni, legato al tempo della fioritura. “Scrivono alcuni essere l’iperico tanto in odio ai diavoli, che abbruciandosi, e facendosi fomento con esso nelle case, ove si sentono, subito se ne portano via”.
Tradizione vuole che questa pianta venga raccolta rigorosamente nella notte tra il 23 e il 24 giugno, notte dei prodigi, dei rituali d’amore, delle streghe, notte in cui si onora san Giovanni Battista e si prepara la famosa “acqua di san Giovanni”, una soluzione nella quale vengono lasciati per una notte erbe e fiori e che viene poi utilizzata all’indomani per lavare mani e viso. Si tratta di un rituale propiziatorio e purificatorio che, si dice, porti amore, salute, fortuna.
L’iperico è una pianta amaro-aromatica, balsamica dalle proprietà aromatizzanti, digestive, antispasmodiche, ipotensive, astringenti, antinfiammatorie, cicatrizzanti. Questa pianta ha destato molto interesse negli ultimi anni tanto da essere protagonista di numerosi studi scientifici: è stata riconosciuta utile nel trattamento della depressione leggera e moderata. L’antidepressivo naturale per eccellenza. Agisce sull’umore e sul benessere mentale.
Tra i suoi principi attivi ricordiamo, oltre agli oli essenziali, i flavonoidi, i tannini, gli acidi clorogenico e caffeico, un importante attivo: l’ipericina. Questa pianta, in dosi opportune, viene impiegata nel settore liquoristico, per le sue interessanti proprietà aromatiche e digestive. Per uso interno è utile anche come antispasmodico e ipotensivo.
Per uso esterno è utilizzata per la preparazione dell’olio d’iperico, dal caratteristico colore rosso sangue, ottenuto per macerazione e digestione al sole delle sommità fiorite in olio base per circa 20-40 giorni. Un rimedio antico ed efficace controscottature solari, come cicatrizzante e antinfiammatorio su ferite, piaghe e ustioni. Agevola i processi di riparazione del tessuto epiteliale leso esercitando, allo stesso tempo, anche una forte attività protettiva e lenitiva. L’oleolito d’iperico è un valido rimedio come decongestionante delle infiammazioni emorroidali esterne. Astringente per pelli arrossate e delicate, tonificante per pelli stanche, risulta utile nel trattamento della psoriasi.
Non sono segnalati effetti tossici particolari, ma la droga, per uso interno, deve essere utilizzata con estrema cautela in quanto, essendo un’attivatrice enzimatica, interagisce con altri medicinali come antidepressivi, cardiotonici, anticoncezionali, modificandone il metabolismo e l’assorbimento. Si riferisce, inoltre, la possibile, ma non certa, azione fotosensibilizzante dovuta all’ipericina
17 giugno 2023 – © riproduzione riservata