Cambio psicoterapeuta? 

[di Daniela Landi – psicologa]

Da qualche tempo è facile imbattersi in pubblicità e promozioni di servizi di intervento e sostegno psicologico, un’offerta che probabilmente incontra un bisogno sempre più diffuso. Sempre più spesso amici e colleghi mi confidano di aver consultato uno psicologo o di seguire una psicoterapia.

Ascoltando le loro testimonianze, spesso riscontro il loro riconoscimento riguardo all’utilità del percorso intrapreso, che li ha portati a stare meglio o a risolvere alcune problematiche specifiche. A volte, però, ho rilevato anche delle critiche sull’operato del terapeuta, al punto da manifestare il bisogno di cambiare professionista. Pur non entrando nel merito delle motivazioni di questa scelta, potrebbe essere opportuna una riflessione: cosa ci si aspetta dallo psicoterapeuta?

Basta fare una ricerca su internet e, con il proliferare del mercato online di servizi psicologici, si possono trovare proposte di tutti i tipi: dai corsi di meditazione a metodi che promettono una soluzione a problematiche e traumi in poche sedute, anche con delle tecniche presentate come derivanti dalle più recenti ricerche. La varietà di queste offerte sembra contribuire all’idea che l’intervento psicologico debba gratificare un bisogno e rispondere alle esigenze del paziente, invece di considerarlo come un viaggio che può richiedere del tempo. Scoprire vissuti ed emozioni complesse, situazioni dolorose da comprendere e contestualizzare, darsi la possibilità di maturare delle consapevolezze sulle proprie dinamiche e sviluppare altre competenze relazionali richiede tempo, pazienza e dedizione. Quale viaggio può essere più entusiasmante di questo? 

A volte riscontro che non appena nel setting qualcosa sembra non corrispondere alle aspettative o ai risultati che ci si aspetta, si pensa di cambiare terapeuta per cercarne qualcuno che appaia più in sintonia con i propri bisogni. Ritenendo che, a causa della delusione delle aspettative, si sia deteriorato il rapporto di fiducia. Ma proprio la delusione di quelle aspettative, invece, può essere un’occasione per riflettere sui motivi delle difficoltà nella terapia e per indagare quali vissuti attivati nel setting abbiano spinto a interrompere per cambiare. A volte lo stesso psicoterapeuta può diventare la proiezione di vissuti personali rimossi.  

Al riguardo, tempo fa un’amica mi ha chiesto un parere sull’ipotesi di cambiare psicoterapeuta. Stava attraversando un periodo difficile in cui non riusciva a interrompere una relazione sentimentale che non la soddisfaceva. Il terapeuta la invitava a esplorare le potenzialità di quell’incontro che lei non sentiva però congeniale e la sua proposta la faceva sentire non ascoltata nei suoi bisogni. Da qui l’idea di cambiare professionista, per trovarne qualcuno più attento alle sue richieste. 

Però, se da un lato la proposta del terapeuta la infastidiva, dall’altro poteva essere l’occasione per approfondire la sua difficoltà di restare nella relazione, di affermare i propri bisogni e far rispettare le proprie esigenze, divenendo un’occasione preziosa di lavoro su di sé.

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