Carabinieri, Fasolino nuovo comandante
Sette anni sono tanti. Lo insegna Heinrich Harrer, giovane scalatore, magistralmente interpretato da Brad Pitt, protagonista del celebre film “Sette anni in Tibet”.
E lo sanno bene pure i vertici dell’Arma dei Carabinieri, che, dopo il settennato battipagliese del maggiore Giuseppe Costa, sulle rive del Tusciano non potevano di certo mandare un militare sprovveduto. Dal 7 ottobre, infatti, il comandante uscente, che, prima di reggere le sorti della Compagnia di Battipaglia, aveva diretto le stazioni di Capaccio e Monteforte Cilento, il Nucleo Operativo e Radiomobile di Battipaglia e la Compagnia di Sala Consilina, è a capo del Reparto Carabinieri Servizi Magistratura di Napoli. Lo sostituisce il capitano Erich Fasolino, già comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile (oggi reparto territoriale) di Nocera Inferiore, che, a dispetto della giovane età, vanta un curriculum di tutto rispetto.
Il capitano, che ha 38 anni ed è originario di Torre del Greco, negli ultimi sette anni aveva coordinato la delicatissima Sezione Catturandi del Nucleo Investigativo di Napoli. Già tra il 2002 e il 2008, a Nocera, il militare si mette in luce eseguendo numerosissimi arresti. È lui, nel 2004, a Fano, a serrare le manette attorno ai polsi di Franchino Matrone, detto “’a belva”, killer sanguinario della Nuova Famiglia. In quegli anni, inoltre, il carabiniere di Torre del Greco si rende protagonista di importantissime operazioni, come “Piazza Pulita I”, “Piazza Pulita II”, “Turnover” e “Strike”, tese a debellare lo spaccio di stupefacenti nell’Agro. E poi l’operazione “Scafo”, che stronca un nascente clan scafatese dedito allo spaccio e alle estorsioni, e quella “Cartagine”, con cui viene smantellata un’organizzazione dedita al traffico di auto rubate tra l’Italia e l’Africa settentrionale.
Nel 2008, allora, Fasolino giunge alle pendici del Vesuvio: qui assicura alla giustizia tanti sanguinari latitanti. Balza vistosamente agli occhi il nome di Luigi Esposito, esponente di spicco del clan Nuvoletta di Marano: l’uomo, finito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia, viene arrestato nel novembre del 2009 in un appartamento di via Orazio, a Napoli.
Il capitano Fasolino, poi, cattura pure tanti altri criminali, tra cui cinque tra i cento malavitosi più ricercati della penisola. È il caso di Luigi Alberto, capoclan del sodalizio Aprea-Cuccaro-Alberto, attivo a Barra, arrestato nel marzo del 2009, o di Paolo Russo, killer del clan Teste Matte dei Quartieri Spagnoli, o ancora di Salvatore D’Avino, uomo di punta della famiglia Giuliano di Forcella, arrestato nel 2011 a Estepona, in Spagna. E poi ci sono Antonio Petrozzi, esponente di spicco del clan Di Lauro di Secondigliano, arrestato a Salsomaggiore nel 2012, e Antonio Lo Russo, capoclan dell’omonima famiglia di Miano, arrestato a Nizza nell’aprile del 2014. E poi c’è l’operazione “Beluga” che, nel giugno 2013, scompagina il clan Di Lauro (per intendersi, si tratta della famiglia che ha ispirato i Savastano di “Gomorra”) con ben 110 malavitosi assicurati alla giustizia.
Agli onori delle cronache nazionali, poi, sono finiti pure gli arresti di Stefano Brutto, super skipper con due lauree, beccato con 76 chili di cocaina e 720mila euro in contanti, e di Arturo Equabile. Soltanto nelle mani del capitano Fasolino, infine, s’è voluto costituire ad Angri, lo scorso 15 gennaio, Michele D’Auria Petrosino.
Il neocomandante, dunque, arriva a Battipaglia con eccellenti referenze e con tanta voglia di lavorare. Primo provvedimento: più pattuglie per il controllo del territorio.