Cave, un buco da 400mila euro


La collina sventrata, le casse comunali pure. Gli imprenditori delle cave devono al comune di Battipaglia 402mila euro: sono i quattrini del ristoro che i cavatori non hanno ancora versato. Ed ora si bussa a soldi a suon di ingiunzioni. C’è una legge regionale, la numero 54 del 1985, che impone ai proprietari delle cave di versare un gruzzoletto nelle casse comunali entro il 31 dicembre d’ogni anno. Oboli quantificati da Palazzo Santa Lucia: soldi che le amministrazioni municipali devono investire per interventi pubblici di ricomposizione dell’area. Spese di mitigazione che a Battipaglia, in una città che da 12 anni è zona altamente critica in fatto di scavi e nella quale si può soltanto dismettere ogni attività estrattiva, servirebbero come il pane, se soltanto il denaro arrivasse in tesoreria. E invece la sindaca Cecilia Francese si ritrova un buco in cassa per quattro annualità. Vanno riscossi quasi 29mila euro dal 2011, circa 65mila dal 2012 e poco più di 20mila dal 2013: ai 113.922 euro di vecchio credito, poi, s’aggiungono ben 288mila euro accertati nel 2017 e mai riscossi finora. Un tesoro da 402.167,03 euro. «Abbiamo notificato le ingiunzioni di pagamento nelle scorse settimane», spiega l’assessore Stefania Vecchio.
Alcuni imprenditori avevano richiesto uno scomputo, proponendo lavori d’asfaltatura delle vie della città, ma il Comune ha rifiutato: «Questi soldi la legge li vincola a lavori pubblici di carattere ambientale, ed è così che li prenderemo e li utilizzeremo», dice l’assessore. Sullo sfondo i progetti di regimentazione delle acque, per evitare gli allagamenti, o l’interramento dell’elettrodotto nel quartiere Sant’Anna.

18 maggio 2018 – © riproduzione riservata
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