Chiusi dentro

[di Francesco Bonito]

Tutti noi siamo chiamati a una prova difficilissima. Chi non lo aveva ancora compreso, dopo sei settimane di isolamento e migliaia di morti, ha dovuto prenderne atto. Appare evidente che quello che sta accadendo al mondo intero e alla nostra piccola comunità non è una parentesi che si è aperta a metà febbraio e che presto si chiuderà, consentendoci di riprendere la narrazione lì dove si era interrotta. Questa pandemia non è una parentesi, né un inciso della storia; sembra più la fine di un capitolo, una frattura che dividerà inesorabilmente il prima da un dopo. Quanto più in fretta lo capiremo meglio riusciremo ad adattarci al nuovo quotidiano che ci aspetta, almeno per diversi mesi. Chi non ha paura di farsi delle domande e di cercare le risposte difficilmente arriverà a una conclusione diversa. Più che attendere con ansia di tornare al “come prima”, conviene attrezzarsi per essere pronti per le sfide di questo imprevedibile futuro prossimo.
Tanti, nel frattempo, si prodigano, dimostrando una volta di più che le avversità generano spesso risposte virtuose, tirano fuori sovente il meglio da ognuno. Medici, infermieri, forze dell’ordine, volontari della Protezione civile e tanti altri; ma non solo. Innumerevoli gli esempi, ci vorrebbe un giornale intero per citarli tutti. Battipaglia si conferma nei momenti difficili una comunità generosa e solidale: qui a fianco c’è una pagina intera che elenca le buone azioni di cittadini e imprenditori battipagliesi (mi scuso a nome del giornale per le involontarie omissioni), impossibile conoscerle e raccontarle tutte.
Anche noi di Nero su Bianco abbiamo fatto il massimo per “uscire” in un momento difficile come questo, nel quale la vita economica e sociale è congelata e gli spostamenti sono scoraggiati, per usare un eufemismo. Abbiamo scritto il giornale come un diario collettivo, con le storie e le riflessioni di quelli chiusi dentro da più di un mese, coinvolgendo i parenti, gli amici e i lettori meno timidi. Il risultato è un numero interamente dedicato a questo tempo sospeso, con articoli che raccontano le reazioni dei battipagliesi; con le testimonianze di medici che operano negli ospedali delle due città più provate dall’emergenza Covid-19, Bergamo e Brescia; con i diari intimi o sagacemente ironici dei lettori; con i racconti frutto della creatività dei nostri “aficionados” di tutte le età.
Come sempre, giudicherete voi. Per quel che conta il mio parere, a me piace molto questo numero 340. Più di tutto, mi ha colpito il clima di familiare condivisione che si è creato con chi ha deciso di esserci, accettando o chiedendo di collaborare. Abbiamo scritto in venti, con generosità, raccontando esperienze ed emozioni vissute durante questa indimenticabile primavera 2020. Chiusi dentro ma felici di uscire, nessuno ha aperto la porta di casa, ma tutti hanno spalancato la finestra dell’anima.

Foto di Eugenio Mastrovito

23 aprile 2020 – © Riproduzione riservata

Facebooktwittermail