Col “P” di Scena
«Il teatro, con il suo linguaggio unico, è il luogo che riesce a far incontrare le diverse generazioni, che tanto difficilmente riescono a dialogare tra loro, per scoprire le enormi capacità relazionali che ognuno ha e quanto questo sia utile per la maturazione delle persone». Così racconta la sua passione per l’arte teatrale Umberto Marino, regista e animatore della compagnia di teatro amatoriale Col “P” di Scena, costituita nel febbraio del 2014 all’indomani di una esperienza vissuta da un gruppo di giovani e meno giovani. Umberto Marino, che si avvale della collaborazione preziosa di Rita Nicodemo nella direzione scenica e di Carmine Ciccone per la realizzazione delle scenografie, non è nuovo alle esperienze teatrali, ed il suo bagaglio di esperienza è stato indispensabile nella programmazione delle prime attività della compagnia, che in meno di un anno mette in scena due importanti lavori: “Non ti pago” di Eduardo De Filippo lo scorso Natale, e “’A porta de’ Scugnizzi”, commedia musicale tratta dal meraviglioso lavoro di Claudio Mattone ed Enrico Vaime, nello scorso mese di aprile. «Sono particolarmente felice per il lavoro che abbiamo fatto – commenta con evidente soddisfazione Umberto Marino – sia per la presenza numerosissima di spettatori, sia per le emozioni che questi ragazzi, tantissimi alla prima esperienza, hanno saputo trasmettere». Per preparare al meglio “’A porta de’ Scugnizzi” il regista Marino ha organizzato uno staff di tutto rispetto, coinvolgendo nel progetto Claudia Cappabianca per la direzione musicale e Vissia Parrella per le coreografie. «Claudia e Vissia sono professioniste nel loro campo – chiarisce Marino – ed il risultato è stato eccellente. Sono grato anche a Franco Valva, Francesco Mango e Francesco Marino, con me sin dall’esordio della compagnia. Abbiamo programmato quattro serate, abbiamo realizzato sempre il pienone, ed è stato bello vedere questi ragazzi recitare, ballare e cantare dal vivo con passione e bravura». Non sempre agevole però il cammino della “giovane” compagnia battipagliese. Umberto Marino non nasconde, infatti, le fatiche incontrate nella preparazione degli spettacoli: «Abbiamo dovuto fare i conti con tante difficoltà legate alla scarsa presenza di strutture adeguate. La cecità e la poca attenzione da parte delle passate Amministrazioni locali – prosegue Marino – hanno reso Battipaglia orfana di ogni indispensabile strumento per uno sviluppo culturale ed artistico. Sono grato a coloro che riescono a tenere in vita strutture come il Teatro Bertoni e alle tante realtà amatoriali che continuano a promuovere talenti, perseguendo ogni giorno un obiettivo in cui credono». E il futuro di Col “P” di Scena cosa riserva? «Per ora vogliamo godere delle soddisfazioni dei nostri lavori, che replicheremo anche nelle prossime settimane – conclude Marino – e riposarci un po’». Poi si vedrà; la responsabilità che ci siamo assunti di far vivere pienamente a questi ragazzi la magia del teatro ci obbliga a non fermarci”.