Consorzio Agrario: siamo all’epilogo? | di Valerio Bonito

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La vicenda del Consorzio Agrario Interprovinciale di Salerno Napoli e Avellino rappresenta una storia italiana esemplare, per molti versi, di come realtà produttive ricche di potenzialità e di professionalità possano essere depauperate e azzerate dall’insipienza ed incapacità della cattiva politica e dei suoi uomini peggiori. I cittadini di Battipaglia nei consueti e frequenti trasferimenti autostradali verso Salerno si saranno chiesti molte volte che cosa fossero quegli enormi silos gialli posti proprio all’altezza dello svincolo autostradale di Pontecagnano. Fino ad alcuni anni fa costituivano un florido mangimificio, fiore all’occhiello del suddetto Consorzio Agrario, che ben contribuiva al fatturato complessivo dell’azienda, arrivato ad oltre 150 miliardi di vecchie lire. Parliamo degli inizi degli anni ‘90, quando le varie agenzie del Consorzio erano dislocate in oltre 80 comuni delle tre province di competenza, al servizio e supporto di tutta l’agricoltura campana.

Purtroppo, la nota crisi del colosso FederConsorzi, coinvolta in una procedura concorsuale in seguito alla lotta fra clan della vecchia DC e del PSI di Craxi,  finiva per travolgere anche le società controllate, come il Consorzio Agrario di SA/NA/AV che nel 1994 finiva anch’esso in Liquidazione Coatta Amministrativa. Tuttavia, la sua solidità patrimoniale, fatta da oltre trenta immobili fra sedi ed agenzie, nonché la fluidità dell’attività d’impresa consentiva al Consorzio in gestione commissariale di continuare il suo cammino commerciale parallelamente alla procedura concorsuale.

In quasi venti anni di “Liquidazione” si sono succeduti ben dieci Commissari, tutti di nomina ministeriale e con l’incarico di chiudere la fase liquidatoria e riavviare la gestione ordinaria dell’impresa commerciale.

Occorre dire che con l’alternanza dei governi in Italia così pure al timone del Consorzio si sono avvicendati, naturalmente, uomini di centrodestra e centrosinistra, ma il risultato ahimé non è cambiato: una progressiva e costante riduzione della produttività, dei dipendenti e della presenza sul territorio. Alla vigilia dello scorso Natale l’epilogo:  dopo oltre cento anni di storia e servizio al mondo agricolo, il Consorzio Agrario Interprovinciale di Salerno Napoli e Avellino è stato finalmente “abbattuto” grazie al decisivo e fattivo intervento dell’ultimo Commissario Liquidatore che, chiamato tre anni addietro per “rilanciare”, è riuscito lì dove nessuno dei suoi predecessori era stato capace, inanellando una tripletta brillante: licenziamento degli undici dipendenti rimasti, chiusura di tutti i punti vendita del Consorzio in Campania e, ciliegina sulla torta, rigetto da parte del Tribunale del suo Concordato per il pagamento dei debiti.

Perfetto, missione compiuta con la “cancellazione” di un’altra, ennesima, realtà produttiva, di tradizione secolare, dal nostro territorio. Tutto ciò fa molta rabbia, perché guardando nel merito della situazione debitoria del Consorzio e confrontandola con la grande liquidità disponibile in seguito alle vendite di cespiti già effettuate ed al recupero dei crediti realizzato in questi anni, emerge chiaramente la concreta possibilità di uscire dalla Liquidazione Coatta attraverso accordi con i creditori, addirittura mantenendo una parte degli immobili per l’attività commerciale.

La speranza, dunque, è tutta riposta in quella parte sana della politica che chieda finalmente al Ministero dello Sviluppo Economico di scegliere le persone competenti ed idonee a gestire situazioni certo difficili ma con evidenti possibilità di miglioramento e di ripresa, perchè intervengano in una regione già tanto colpita dalla crisi e rilancino il settore produttivo del Consorzio. Una storia italiana si diceva all’inizio, di un’Italia che vorremmo però tutti cambiare e migliorare, a partire dalle forze sane, oneste e volenterose che pure devono esserci anche e soprattutto all’interno delle formazioni politiche. L’appello rivolto dunque, indistintamente, a tutti i nostri rappresentanti politici presso le varie istituzioni, è di impegnarsi concretamente per salvare questo Consorzio Agrario, patrimonio e risorsa dell’intero territorio campano!

13 febbraio 2014 – © Riproduzione riservata

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