Coronavirus, occorre farsi trovare pronti

[di Stefania Battista]

L’emergenza coronavirus sta mettendo sotto stress le strutture sanitarie locali, evidenziandone i punti deboli. I più evidenti sono la carenza di personale e di posti letto, dovuta ai tagli che si sono abbattuti sulla sanità pubblica negli ultimi anni. Oltre a questi deficit “strutturali”, vi è la contingente difficoltà di approvvigionarsi adeguatamente dei presidi sanitari necessari a fronteggiare l’emergenza che potrebbe profilarsi: come mascherine e tute isolanti. Sono queste le difficoltà con cui si scontra il personale sanitario degli ospedali che, nonostante le evidenziate difficoltà, sta lavorando al meglio per evitare disagi alla popolazione e offrire ai pazienti adeguate cure e assistenza.
A Battipaglia vi sono sei posti in terapia intensiva-rianimazione, di cui – al momento – uno dedicato al coronavirus; ad Eboli altrettanti. Si sta lavorando per aumentarli. Nei due nosocomi citati, ci sarebbero alcune difficoltà legate alla disponibilità di un adeguato numero di mascherine, arrivate finora in quantità contingentata, data la grande e improvvisa richiesta in tutta Italia. Gli ordini sono stati effettuati, si spera che arrivino tempestivamente. Sarebbero poche e di una sola taglia anche le tute isolanti. Intanto la direzione generale dell’Asl ha fatto partire un piano di reclutamento straordinario che dovrà attingere alle graduatorie ancora vigenti. Ma occorrerà tempo per vedere rimpolpati gli organici, presumibilmente con contratti a termine. 
Nonostante le descritte difficoltà, però, il clima è di collaborazione, dedizione e grande professionalità. Il personale di entrambi gli ospedali sta lavorando a pieno ritmo, senza risparmiarsi. Molti sindacalisti, pur evidenziando le difficoltà, stanno collaborando con le direzioni sanitarie per trovare le soluzioni adeguate. Da più parti giunge il suggerimento di dedicare un presidio ospedaliero specificamente all’emergenza coronavirus: potrebbe essere quello di Agropoli. Spostare in quell’ospedale gli infettivologi e il personale infermieristico e sociosanitario specializzato, attrezzandolo adeguatamente, garantirebbe l’efficienza e l’isolamento necessari. Un’operazione che “alleggerirebbe” gli altri presidi, risolvendo i problemi che incontrerebbe il resto dell’utenza negli ospedali cittadini. Il vero problema, infatti, non è la pericolosità del virus, ma la necessità di evitare il diffondersi troppo rapido del contagio, per poter offrire adeguata assistenza ai casi più gravi, per i quali il ricovero in terapia intensiva è necessario. 
Restano valide e da seguire doverosamente le prescrizioni di igiene utili a limitare i danni. Né rassegnazione, né panico; ma la ferma determinazione a continuare a lavorare al meglio per ottenere l’efficienza necessaria ad affrontare adeguatamente un’eventuale emergenza. 

7 marzo 2020 – © Riproduzione riservata

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