Costantino: l’importante è pedalare tutti insieme
[di Francesco Bonito]
Protagonisti. Questo il nome scelto per una pagina che, di tanto in tanto, racconterà le storie umane e professionali di donne e uomini che si sono distinti nel lavoro, o nello sport, o in ambito culturale e sociale. Persone che hanno un legame con la nostra città e che a Battipaglia (o partendo da Battipaglia) sono stati protagonisti. Non per forza volti noti, non sempre storie conosciute da tutti; privilegeremo, invece, chi non è già sotto i riflettori, raccontando storie e raccogliendo testimonianze. Cominciamo con un manager, con uno sportivo, col presidente di un’organizzazione sindacale. Non sono tre persone, ma una sola: il suo nome è Antonio Costantino. Cinquantasette anni, sposato, tre figlie, commercialista, presidente del Consorzio Jonico Ortofrutticoltori (CJO) e presidente provinciale di Confagricoltura. Per raggiungerlo inserisco l’indirizzo e il navigatore indica che è a sei chilometri dalla redazione. Arrivo, lo saluto e gli chiedo subito di spiegarmi cos’è il CJO.
«Siamo un consorzio di produttori agricoli con più di duecento associati che operano tra Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Lazio, fino all’Emilia Romagna. Siamo nati nel 1997 ma la sede di Eboli è operativa dai primi anni duemila. Io guido il consorzio dal 2008. Produciamo principalmente fragole, pesche nettarine, kiwi verdi e gialli, clementine, arance, sempre nei territori di elezione, dove riusciamo a garantire una qualità altissima al prodotto. La frutta arriva nel nostro stabilimento di Eboli e viene lavorata, selezionata e confezionata, per poi essere destinata alla grande distribuzione».
E dove arriva la vostra frutta?
«In Italia, nel resto d’Europa, negli Stati Uniti, in Brasile, in Argentina, in Giappone».
Più ascolto Costantino e più ho la conferma di quanto a Battipaglia e nella Piana del Sele abbiamo prodotti agroalimentari di eccellenza ed esprimiamo realtà imprenditoriali in grado di competere sui mercati internazionali. Il manager battipagliese snocciola con giustificato orgoglio numeri a tante cifre…
«Il nostro fatturato e le quote di mercato sono in considerevole ascesa. Abbiamo in progetto l’ampliamento dello stabilimento per consentire di soddisfare la domanda crescente di kiwi, soprattutto quello “giallo” richiestissimo nei mercati asiatici».
Ferrara, Bari, Metaponto, Nord Europa, Giappone, Usa, Argentina, Nuova Zelanda: in mezz’ora ho fatto già tre volte il giro del pianeta. Da qui il mondo appare piccolo e Battipaglia grande. Fermo Costantino, e gli ricordo che sono lì soprattutto per raccontare lui, non solo i numeri lusinghieri del CJO. Anche perché il mio interlocutore è un “protagonista” anche fuori da quegli uffici. Ora parlo al presidente provinciale di Confagricoltura e gli chiedo: è difficile fare il “sindacalista” degli imprenditori agricoli?
«Facile e difficile al tempo stesso. Facile, se si conosce bene questo mondo e si ha l’umiltà di ascoltare, portando avanti le istanze di un comparto complesso come il nostro. Difficile, perché richiede grande impegno e assorbe molte energie».
Le sue sono giornate lavorative piene, ma quando non lavora cosa fa?
«Cerco di trascorrere il tempo con mia moglie e le mie figlie, serenamente, magari viaggiando, quando è possibile. E poi, ho una grande passione: la bicicletta. (Lo sapevo, è lì che volevo portarlo, ndr). Da tanti anni esco con un gruppo di amici, facciamo insieme delle lunghe escursioni in bici: il Cilento, i Picentini, la Costiera amalfitana, solo per fare qualche esempio. La passione è forte e condivisa, tanto che nel 2017 abbiamo fondato un’associazione sportiva dilettantistica».
E come vi chiamate?
«Siamo i Mufloni, usciamo in bici tutte le domeniche, siamo una quindicina e passiamo delle belle giornate praticando sport all’aria aperta e divertendoci tantissimo».
Il muflone è un animale veloce e molto bravo nell’arrampicarsi. È solo un caso che vi chiamate così o siete davvero competitivi?
«Le ricordo solo le ultime tre imprese, giudichi lei: nel 2018 abbiamo percorso Battipaglia-Siena in tre tappe, con arrivo in piazza del Campo, accolti da un battipagliese doc trapiantato a Siena, il caro amico Gino Verza. Nel 2019 da Battipaglia a Catania in quattro tappe, percorrendo circa 180 chilometri al giorno. Poi, siamo andati alla conquista dell’altra isola: nel 2020 abbiamo compiuto l’intero giro della Sardegna. Ma non sono sfide solo sportive, sono soprattutto viaggi alla scoperta dei luoghi e dei sapori tipici regionali».Vedo Costantino sorridere soddisfatto come un ragazzino che racconta la sua ultima “impresa”. Lo incalzo e gli chiedo: queste non sono scampagnate fuori porta, richiedono un’organizzazione seria, efficiente. Come preparate i vostri tour?
«La pianificazione richiede settimane. Oltre a studiare itinerari e soste, abbiamo bisogno di un furgone al seguito per l’assistenza tecnica e logistica. Così possiamo far fronte ai guasti e trasportare i bagagli che ci servono per le soste negli hotel. Siamo una squadra affiatata e ben organizzata, non lasciamo nulla al caso. E poi, me lo lasci sottolineare, ovunque arriviamo portiamo con orgoglio il nome di Battipaglia: siamo ambasciatori su due ruote».
Il telefono di Costantino squilla e ci ricorda che siamo in un’azienda con decine di persone al lavoro. Torniamo per un attimo con la testa al CJO. Quanti dipendenti avete nel vostro stabilimento di Eboli e da dove provengono?
«Come può intuire, dipende dai periodi dell’anno, come in quasi tutte le attività legate all’agricoltura. Mediamente occupiamo un centinaio di persone, provenienti prevalentemente da Eboli e Battipaglia. Una offerta di lavoro importante, se si considera la congiuntura. L’agricoltura è il settore che in provincia di Salerno sta reggendo meglio all’impatto della crisi economica».
(Costantino, virtualmente sceso dalla bicicletta, è tornato al suo posto di presidente di Confagricoltura). C’è un altro motivo per cui ho scelto di incontrarla: lei ha un legame forte anche con lo sport battipagliese.
Ricordo male o lei è stato portiere della Battipagliese negli anni ottanta?
«Ricorda bene. Sono stato il portiere per due stagioni, dal 1982 al 1984».
Quindi anche nell’anno della promozione nell’Interregionale, giusto?
«Sì, quella ottenuta nel 1984 dopo gli spareggi di Nocera Inferiore e di Napoli, allo stadio San Paolo. Era la Battipagliese del presidente Giuseppe Pastena, di Citro (autore del gol decisivo negli spareggi), Cincotti, Margiotta, Peppe Orlando, Belotti, Romeo Petrillo, calciatori che sono rimasti nel cuore dei tifosi».
Che ricordi ha di quel periodo?
«Belli e brutti. Per me, cresciuto nella Spes, indossare a 19 anni la maglia numero 1 durante gli spareggi e nella semifinale di Coppa Italia dilettanti fu una grande emozione. Ma ricordo anche due gravi infortuni che mi costrinsero a mesi di assenza e condizionarono la mia carriera».
L’ex numero 1 tira fuori un po’ di foto. La memoria torna ai favolosi anni ottanta, quando Battipaglia primeggiava in vari campi, non solo quello sportivo. Cosa manca oggi a Battipaglia per tornare a quei livelli?
«Nello sport, come nel lavoro e nelle istituzioni serve il gioco di squadra. In tutte le mie esperienze ho appreso questo e ho cercato di metterlo in pratica in tutti i contesti. Da anni Battipaglia sembra aver smarrito questo concetto. Dobbiamo lavorare tutti insieme, come una squadra, solo così possiamo tornate ai livelli che ci competono».
Una buona chiusura. Un po’ come dire: non può esserci un numero 1 se non c’è una squadra. Nel calcio, nel ciclismo, nel lavoro, in una comunità.
Nelle foto (dall’alto): Antonio Costantino – Cjo, interno dello stabilimento – Il gruppo ciclistico dei Mufloni – Costantino portiere della Battipagliese (1984)
12 marzo 2022 – © riproduzione riservata