Crisi industriale, parla Visconti

[di Stefania Battista]

Antonio Visconti, visto il suo ruolo di presidente del consorzio Asi, immaginiamo che lei stia seguendo con particolare attenzione le vicende che riguardano la Fos del gruppo Prysmian. Come può accadere che un’azienda leader in Europa nel settore della fibra ottica si trovi a rischiare una crisi?
«La vicenda della Fos è emblematica, perché a differenza di quanto avviene in altri stati che proteggono le produzioni nazionali, qui siamo alla mercé della concorrenza. Rischiamo di essere buttati fuori non dai mercati esteri, ma da quello nazionale, dove non viene difesa la qualità della produzione italiana. Inoltre, rischiamo un problema infrastrutturale, poiché il cablaggio delle nostre città potrebbe domani dipendere da paesi come la Cina che, come sta accadendo in altri settori, all’improvviso afferma di non poter più fornire le materie prime all’unico scopo di alzare i prezzi».

Come evitare che le industrie della nostra Asi vengano travolte da crisi contingenti o strutturali?
«È in momenti come l’attuale, quando si aprono le crisi, che ci si accorge di quale importanza abbia ancora il polo industriale di Battipaglia. Invece va valorizzato sempre e si deve ragionare per il suo futuro. L’Asi lo sta facendo. Abbiamo intercettato 13 milioni dal Pnrr per i sottoservizi, i collegamenti viari, l’illuminazione, il rafforzamento del polo logistico e poi stiamo pensando a quanto sia necessario uno svincolo autostradale dedicato. Dobbiamo aprire anche un ragionamento con Eboli, con cui già sottoscrivemmo un protocollo d’intesa. Le due aree industriali sono un’unica realtà, per cui porteremo avanti la proposta di riperimetrazione della Zes; poi dobbiamo pensare allo svincolo, che deve servire entrambe le zone industriali. Potrebbe essere una soluzione la bretella proposta dall’assessore Cascone, che prevederebbe un ingresso all’altezza dell’istituto Agrario. Non si può pensare ad una moderna zona industriale che non abbia collegamenti diretti con autostrada, porto e aeroporto».

Ma la vocazione della zona industriale di Battipaglia è ancora quella petrolchimica?
«Le grandi aziende che ancora vi operano sono sicuramente un fiore all’occhiello, ma credo che il futuro sia incentivare verso due direzioni: il terziario avanzato e l’agroindustria. Il primo nella zona più vicina alla città, il secondo da insediare soprattutto nei lotti liberi. Già ci sono molte richieste e, stabilendo regole certe per gli insediamenti con una disciplina unitaria e chiara, potremmo assecondare la vocazione naturale del territorio. Ma dobbiamo dare agli imprenditori un contesto con adeguate infrastrutture e norme chiare».

Superfici ancora libere che potranno usufruire delle agevolazioni della zona Zes ce ne sono?
«In totale abbiamo tra i 500mila e i 600mila metri quadrati. Investire in zona Zes significa pagare la metà. Nel frattempo completeremo le infrastrutture necessarie rendendo tutti i lotti accessibili, illuminati, dotati dei sottoservizi necessari».

12 febbraio 2022 – © riproduzione riservata

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