D’Acampora: «Mai in maggioranza»

A poco più d’un anno dalle amministrative, il consigliere d’opposizione Luigi D’Acampora tira le somme. Dure critiche all’amministrazione di Cecilia Francese, ma porte aperte alla progettualità. E qualche parola sui suggestivi scenari politici, le fibrillazioni in maggioranza e la questione Asi.

Un anno di governo Francese: quale contributo ha dato in termini di opposizione e come valuta l’operato del sindaco? «Ho più volte detto al sindaco che siamo disposti a discutere sui progetti. Se, invece, fanno sempre di testa loro, allora il nostro contributo non serve. All’opposizione c’è più esperienza. Loro sono giovani e inesperti. Ecco perché, dopo l’euforia dei cento giorni, ora litigano. Ognuno rivendica la propria posizione. Da otto mesi non riescono a fare una riunione di maggioranza. Prima Forza Italia, poi Rivoluzione cristiana, adesso i ceciliani. A mio parere, c’è bisogno di un governo di salute pubblica. Non vogliono farlo perché hanno vinto? Siamo sempre nella relatività dei numeri: ho preso 700 voti e non ho voce in capitolo, chi ne ha presi 70 è protagonista. Tra l’altro sono fortemente preoccupato per la vendita dei beni: se entro fine anno non ci sarà, il Comune sarà in dissesto e quella previsione di bilancio si dimostrerà fasulla».

È vero che potrebbe essere la testa di ponte per ammorbidire i rapporti tra maggioranza e opposizione? «Sulla progettualità, sì. Se dovessi pensare di passare in maggioranza: no, non succederà mai. Durante il governo di Giovanni Santomauro, creai un osservatorio medico che partecipava attivamente ai progetti. Disinfestazione, derattizzazione, censimento dell’amianto. Tutti progetti che ho fatto io, non gli assessori. Bisogna essere chiari: questi pseudo-assessori, che se si candidassero non so quanti voti prenderebbero, non riescono a capire che sono tecnici prestati alla politica. Ragionare prettamente in termini tecnici non serve. Bisogna avere il rapporto col pubblico. E in questo, il ruolo del consigliere è fondamentale».

Giovanni Santomauro pronto a tornare in campo? «Ho saputo che il “grande” Santomauro sta organizzando la nuova campagna elettorale con alcuni ex assessori. Mi fa piacere. Perché alcuni di questi non si sono mai candidati, altri si sono candidati senza prendere voti. Questa città non ha perso per l’arresto di un sindaco, ma perché un consiglio comunale lo ha bocciato. È inutile che parliamo di camorra: posso assicurare che non ho ravvisato cose gravi come la mafia. Ho notato un atteggiamento di divide et impera, questo sì. Ma quando chiesi a Santomauro di non dimettersi, perché saremmo usciti dalla tempesta col vicesindaco, non mi ascoltò. Ora, probabilmente, tutto quello che è successo dal 2013 a ora non sarebbe accaduto. Se dovesse ricandidarsi, con gli stessi che lo hanno bocciato all’epoca, lo metto per iscritto: mi candido contro di lui».

Ha notato un cambiamento in seguito alla rottura tra Bruno Di Cunzolo e la Francese?  «Non ho rapporti con l’architetto. Con lui c’era uno sfaldamento dovuto a screzi interni con alcuni componenti della maggioranza. Adesso, il motivo è la corsa al potere. Di Cunzolo era bravo a mantenere i rapporti tra i vari gruppi. Quando assessori e consiglieri hanno preso coscienza dei propri ruoli, c’è stato lo strappo. A oggi, ciò che non è chiaro è il vero motivo che ha causato l’uscita dal gruppo del coordinatore. Da quando è andato via sono migliorate alcune cose, altre sono peggiorate. A prescindere, credo che la situazione sarebbe stata disastrosa».

Facciamo chiarezza su un argomento caldo: Asi, qual è la verità? «Io non ho ricevuto pressioni. L’uscita dall’Asi la votammo già con Santomauro, pensando a un progetto globale che creasse i presupposti per le persone che volessero investire. Adesso sono confuso: alcuni consiglieri di maggioranza parlano solo dell’Asi, altri di opposizione rispondono a tono. L’uscita dall’Asi dovrebbe garantire il risorgere dell’attività industriale a Battipaglia, non l’interesse di pochi. La situazione è talmente confusionaria che nemmeno l’amministrazione si è determinata. Eppure hanno i numeri per poterlo fare».

14 luglio 2017 – © Riproduzione riservata
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