Digressioni di fine anno

[di Daiberto Petrone]

Percorrendo via Mazzini, la nostra via Montenapoleone, (quest’ultima, però, riservata ai soli pedoni) osservavo l’ennesima autovettura, ferma in doppia fila, con le quattro frecce accese.
Le luci di emergenza, come “impropriamente” definite dai libretti di istruzione delle case automobilistiche, sono diventate per molti il permesso di libera sosta. 
Allo sfavillio degli addobbi natalizi, delle luminarie e delle luci lampeggianti delle auto in fila, quasi da contrappunto fanno gli sbiaditi e tristi lampioni dell’illuminazione pubblica, molti dei quali da lungo tempo privi di lampade e resi inefficienti da plastiche ormai opache e sempre più sporche.
Da una parte indomiti automobilisti fermi in doppia fila, incuranti della pericolosa concentrazione di venefici gas di scarico, dell’ostruzione dei numerosi passi carrabili in palese violazione di norme, regolamenti e altre “cialtronerie” del codice della strada, dall’altra una endemica mancanza di controlli e manutenzione da parte dell’amministrazione pubblica. Nulla di nuovo anche se è Natale. Al mancato rispetto delle più elementari norme di educazione, non solo stradale, fa da contrappunto l’assenza dell’intervento pubblico. 
Perse finora le numerose battaglie a favore di uno sviluppo compatibile con le limitate risorse ambientali, non avanza di un palmo l’inversione di tendenza tesa a recuperare fiducia nel rapporto istituzione-cittadini, questi ultimi vieppiù vessati da balzelli di ogni tipo a fronte di inefficienti o inesistenti servizi. 
Nessuna strategia prospetta la classe politica, che vive di contrapposizioni, vere o fittizie, giammai propositive o capaci di avviare a soluzione i gravi problemi che affliggono il paese.  Nulla di nuovo anche se è Natale.
Sul piano generale le società si modificano a ritmi sempre crescenti, ma non si evolvono, né migliorano le condizioni di vita dei cittadini a causa di classi politiche di basso profilo, sostanzialmente autoreferenziali, che    scavano solchi sempre più profondi tra le classi sociali e alzano muri a difesa di privilegi.
Col Natale arriva anche la fine dell’anno e la tentazione di fare bilanci diventa pressante. Il contesto generale non lascia sperare in cambiamenti capaci nel breve periodo di incidere positivamente nella vita dei normali cittadini. Chissà perché usa dirsi “normali cittadini”, forse perché fuori norma sono quelli che li amministrano?
Dunque  più che tempo di previsioni sarebbe necessario  che – “a prescindere”  come direbbe il grande Totò – da aspettative di qualsiasi genere, è quanto mai necessario  per la gente comune attrezzarsi, come da sempre è abituata a fare, a risolvere i problemi quotidiani col solito  buonsenso, senza rassegnazione e nel rispetto dei propri e degli altrui diritti, ricordando sempre che la società produce politici, giornalisti, banchieri, imprenditori, semplici cittadini a propria immagine e somiglianza. 

20 dicembre 2019 – © Riproduzione riservata

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