Donne protagoniste

[di Annalisa Giancarlo]

La ballata di Maria Gemella è il primo romanzo di Loreta Mastrolonardo; donna molto conosciuta sul territorio sia per il suo impegno nel sociale, sia per il ruolo che attualmente ricopre di presidente della Fidapa, sezione di Battipaglia. Nel suo libro Battipaglia fa da sfondo alle vicende della protagonista Caterina, una giovane donna che “attraversa” gli anni intensi delle contestazioni giovanili. Caterina è l’ultima figlia di Rosalia, una donna coraggiosa che negli anni Sessanta fugge da un piccolo paesino del Cilento per interrompere un matrimonio con un uomo violento e allontanarsi dalla dispotica madre. La piccola Caterina viene affidata prima alle suore poi a donna Livia. Sarà proprio “zia Livia”, la madre affidataria, a indicarle la strada per la libertà, rendendola fiera di vivere la sua vita in un mondo così complesso.
Abbiamo incontrato l’autrice per approfondire con lei i temi centrali del libro.
Il suo libro accoglie il lettore in un ambiente semplice e complicato al tempo stesso. Quanto c’è di autobiografico nel suo romanzo?
«Tutto e niente. Quando ho deciso di scrivere, cosa potevo utilizzare per esprimere il mio pensiero se non quello che conoscevo bene? In questo senso tutto è autobiografico, però l’ho utilizzato per raccontare qualcosa che non è direttamente la mia vita personale».
Come sono state scelte le città di Battipaglia, Camerota, Salerno, Roma?
«Ho scelto proprio queste città perché erano utili alla storia. Camerota è un paesino di montagna, Battipaglia è una città che si sente moderna o che comunque rincorre la modernità. Salerno negli anni ’60 e ’70 è stata piena di fermenti, e Roma poi, è stato il fulcro di tutto».
Leggendo il suo libro sembra di sentire i profumi e i sapori dei piatti che i personaggi mangiano. Come mai questa scelta?
«Attraverso il cibo, secondo me, si trasmette la cultura, l’identità di una persona, di un gruppo sociale, di un popolo. Una volta si diceva: dimmi come mangi e ti dirò chi sei. Mi affascina il fatto di poter lasciar traccia attraverso il cibo. Ritengo il cibo sia un grande elemento di unità e anche di diversità».
Che messaggio vuole dare alla donna di oggi, alla donna che legge il suo libro?
«Direi che le donne di oggi non sono migliori di quelle di ieri. Sarebbe importante per me recuperare la storia delle nostre nonne e delle nostre bisnonne. Mi piacerebbe che le giovani donne di oggi avessero più rispetto per i passi che hanno fatto tante donne prima di noi, quei passi silenziosi ma fondamentali».

7 maggio 2022 – © riproduzione riservata

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