Donne, violenza e pandemie | di Claudia Giorleo

Dopo la dichiarazione della Académie française anche in Italia abbiamo potuto chiarire un dubbio di natura grammaticale: il sostantivo che indica la malattia Covid-19 è femminile. Seppure l’invito a dire la Covid-19 è esteso a tutti, l’espediente semantico si rende utile a interrogare alcuni degli effetti della pandemia: se la Covid-19 è femmina vogliamo affermare con una certa sicurezza che il prezzo sociale più alto lo abbiano (già) pagato proprio le donne. Non Sei Sola Battipaglia ha denunciato, già dai primi giorni di misure di contenimento del virus, il rischio che molte donne avrebbero potuto ritrovarsi bloccate in casa con uomini violenti. #iorestoacasa è stata una scelta necessaria ma, non per tutte, una scelta rassicurante. 
L’allarme è stato lanciato da più fronti: anche da altre reti, centri antiviolenza, associazioni e presidi sociali attivi sui vari territori. A supporto di queste comuni preoccupazioni sono arrivati i numeri: da marzo ad aprile 2020 i centri antiviolenza sono stati contattati da 2.867 donne, con un incremento del 74,5% rispetto alla media mensile dello stesso periodo negli anni precedenti. Non Sei Sola Battipaglia organizza ogni 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una marcia cittadina di sensibilizzazione e riconoscimento. Proprio in questa fase, il senso di quella marcia domanda, secondo noi, una riflessione profonda. Crediamo che il confronto tra quell’evento e l’epoca confusa che stiamo vivendo possa essere rivelatorio: non solo perché oggi la possibilità di attraversare lo spazio pubblico, e poterlo fare corpo a corpo, appare particolarmente evocativo (e come rovescio della medaglia preoccupante: quale grado di “necessità” assumerebbe la nostra marcia in questa gestione governativa dello stato di emergenza?) ma anche perché rappresenta l’evento più visibile di un percorso che si propone di raggiungere un risultato più importante: porre fine a ogni violenza diretta contro una donna perché è donna. 
Il numero di chiamate che i centri antiviolenza hanno ricevuto in pieno lockdown è, allo stesso modo, solo la punta di iceberg di tutte quelle diseguaglianza di genere che rendono molto complessa la condizione italiana (e quindi locale) in termini di violenza, carichi di lavoro domestico non retribuito, equilibrio tra lavoro e vita familiare, discriminazione e accesso al mercato del lavoro. Come Non Sei Sola Battipaglia riteniamo necessario e urgente riportare le istituzioni agli obblighi di prevenzione, protezione e punizione della violenza; promuovere l’attuazione di quelle politiche che incidono sulla cultura patriarcale da cui si origina il dominio sui (nostri) corpi; costruire un campo comune di intervento a favore di una forma relazionale di collettività. Queste pratiche sono e rimangono affidate a iniziative associative, tra cui le nostre, che rischiano di essere sottoposte – se slegate da un progetto più ampio – alla frammentazione. Eppure siamo sicure sia questo lo strumento migliore per combattere la violenza simbolica e quotidiana e reale. 
Non Sei Sola Battipaglia – contro la violenza sulle donneoffre assistenza legale e psicologica alle donne vittime di violenza. Il nostro numero di emergenza, attivo h 24 è 327 8919439

Claudia Giorleo
presidente Non Sei Sola Battipaglia

13 giugno 2020 – © Riproduzione riservata

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