Dotti medici e sapienti

“Al Congresso sono tanti, dotti medici e sapienti”. Era il 1977, e un ironico Edoardo Bennato parlava così degli esperti adulti che discettavano sapientemente in merito al disagio giovanile. Agli adolescenti di quegli anni, il cantautore di Bagnoli consigliava “di alzarsi e scappare”, di non prestare ascolto alle suggestive interpretazioni dei dotti sui problemi della gioventù.
Battipaglia 2016. È un sabato d’ottobre. Intorno alle 22, nella centralissima piazza Aldo Moro, s’odono urla e schiamazzi che non lasciano presagire nulla di buono. Giovani corrono da una parte all’altra: i loro volti non somigliano di certo a quelli della nonnina che distribuisce generosamente caramelle. C’è qualche altro ragazzo, un nemico, reo d’aver commesso chissà quale nefandezza in passato, o magari colpevole di non esser battipagliese, o forse a causa d’un’occhiataccia o d’una provocazione, che va pestato.
In un attimo, tra la piazzetta e via Trieste, si assembrano tantissime persone. C’è più folla qui che tra i bagarini alla prevendita d’un concerto su Ticketone. Chi si dimena di qui, chi si precipita di lì: sembrano tutti indaffarati. Ragazzi che cercano altri ragazzi, giovani che provano a capire cosa stia accadendo, adulti che tentano di appurare se di mezzo ci siano pargoli e nipoti, e poi, scongiurato il pericolo, sperano segretamente che di mezzo ci sia il figlio del vicino di casa, sì da avere un nuovo cattivo esempio da (non) proporre all’eletta prole. Arrivano pure carabinieri e poliziotti. Ci sono tutti, tranne i ragazzotti che hanno scatenato la rissa: quelli lì sono spariti, si sono volatilizzati nel nulla. A parlare coi presenti, manco si sa chi siano: pare siano entità sovrannaturali, di cui nessuno aveva mai visto il volto prima, ché la parte più curiosa di Battipaglia sta proprio nel fatto che, quando succede qualcosa di insolito, nonostante frotte di persone si precipitino a cercare di comprendere l’accaduto, non c’è mai qualcuno che abbia visto una faccia, o identificato una persona, o abbia raccolto un’informazione veritiera che non sia stata romanzata come la vita d’un protagonista d’uno sceneggiato televisivo.
Poi, il giorno successivo, comincia il dibattito. La rissa tra giovanissimi diventa l’argomento su cui ognuno, in ossequio a chissà quale dovere morale, o come pubblico esercizio da laureatonellavitapressolascuoladellesperienza, è chiamato a esprimere la propria opinione: è il trend-topic cittadino. C’è chi si meraviglia: non lo sa che, quella del sabato sera, non è la prima rissa tra giovanissimi a Battipaglia, e forse non sarà neppure l’ultima; c’è chi parte col sermone di “ai miei tempi”: già, era meglio quando almeno ci si pestava tra militanti del Movimento Sociale e di Lotta Continua, magari con tanto di tirapugni e manganelli; c’è quello orgoglioso che “mio figlio non lo farebbe mai!”: chissà quante cose gli nasconde il ragazzo; c’è chi invoca maggior controllo da parte delle forze dell’ordine: è lo stesso che poi, quando si mette alla guida e supera i limiti di velocità, si lamenta della salatissima multa; c’è chi dà la colpa ai videogiochi, o ai telefilm, o alle canzoni, o alla gioventù abbandonata a sé stessa: in quel momento è su Facebook, alle ore 14 d’una domenica, quando di consueto una famiglia dovrebbe stare attorno a un tavolo a parlare.
I dotti medici e sapienti del 2016 sono i giovani del 1977, quelli che, a detta di Bennato, dovevano scappare da altri dotti medici e sapienti. È che il punto non è nella mancanza di controlli, e neppure nelle trasmissioni televisive, né tantomeno nei tempi che cambiano. Il problema è che, nonostante i tempi cambino, gli scranni restano, e mutano soltanto le terga che vi si poggiano. Sì, non c’è qualcuno a cui dar la colpa per poter dormire sonni più tranquilli: è il dialogo che manca. E non servono sermoni; si dovrebbe ascoltare: due orecchie e una bocca, per parlare di meno e ascoltare di più. Proprio come, ai vostri tempi, chiedevate voi, giovani del ’77. Ché la storia si ripete, ma gli errori pure.

14 ottobre 2016 – © Riproduzione riservata
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