Eboli, città che legge

[di Raffaella Iannece]

Eboli conferma anche quest’anno la qualifica di “città che legge”, un riconoscimento di grande valore che testimonia l’impegno costante nel promuovere la lettura come strumento di crescita culturale e sociale. Un titolo che non è solo simbolico, ma che apre la strada a opportunità concrete, come la partecipazione al bando Biblioteche e Comunità promosso da Fondazione con il Sud e Cepell, che ha portato importanti finanziamenti per il miglioramento delle attività culturali. L’assessore alla Cultura, Lucilla Polito, ha commentato con entusiasmo: «Essere una città che legge significa puntare sulla cultura come chiave per il futuro, perché la lettura è lo strumento migliore per formare cittadini consapevoli, dotati di senso critico e capaci di comprendere meglio il mondo che li circonda».

In questo contesto, la Biblioteca Simone Augelluzzi si conferma un vero polo culturale, un luogo d’incontro e di crescita collettiva, uno spazio vivo, dove bambini, giovani e adulti possono trovare conoscenza e spirito di comunità. Investire nella biblioteca significa investire sul futuro della città. L’iniziativa diventa ancora più importante se pensiamo che in Italia la lettura resta ancora un’abitudine di pochi. Secondo i dati più recenti dell’ISTAT, meno del 40% della popolazione legge almeno un libro all’anno. Un dato preoccupante se confrontato con altri paesi europei: in Francia e in Germania, oltre il 70% dei cittadini legge almeno un libro l’anno, mentre nei paesi scandinavi la percentuale supera spesso l’80%. Eboli, con il suo titolo di “città che legge”, si pone come esempio virtuoso in un panorama nazionale in cui c’è ancora tanto da fare.

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