Fasolino: Battipaglia può essere città della legalità

ErichFasolino02Più militari per strada e maggiore collaborazione da parte dei cittadini: l’impegno e l’auspicio del nuovo comandante della Compagnia dei carabinieri
All’ombra del Castelluccio, Erich Fasolino ha già lasciato il segno. Arresti, indagini, controlli: il nuovo capitano dei carabinieri della Compagnia di Battipaglia non è di certo uno che ama starsene tranquillo, in panciolle, seduto sulla poltrona d’una caserma. Trentotto anni, prestigiose esperienze alle spalle, tra Nocera Inferiore e Napoli, e tanta voglia di lavorare. Nero su Bianco ha intervistato il giovane comandante di Torre del Greco per conoscerlo meglio. E per cercare di capire quali potrebbero essere, secondo l’Arma, le prospettive future per la città.
Poco meno di due mesi da “battipagliese”, ed è già il tempo di tracciare un primo bilancio. Quali sono le prime sensazioni? Quali le azioni prioritarie?
«Ho ricevuto grandissime manifestazioni d’affetto. I tre punti sui quali si fonda la mia politica sono: la prossimità al cittadino, il controllo del territorio e il contrasto alla criminalità diffusa come a quella organizzata, che da qualche anno contraddistingue duramente la Piana del Sele. In primis, dobbiamo essere dei punti di riferimento per i cittadini. Poi, per quel che concerne il controllo del territorio, è importante che le nostre autovetture siano visibili per le strade del comprensorio, che più militari si dedichino a questo servizio. È così che si contrasta la criminalità: quella organizzata, ma pure quella che s’esprime nelle semplici forme del furto, dell’immigrazione clandestina, e della prostituzione. La litoranea ne è un esempio palese: va percepito un nuovo concetto di moralità. Il litorale va reso vivibile: sogno che i nonni vadano a passeggiare in quella zona, che è bellissima e che conosco fin da bambino. E sto cercando di farlo comprendere attraverso i servizi di controllo».Servizi di controllo che, dal giorno del suo insediamento, sono stati notevolmente intensificati.
«Sono stati rafforzati, e la collettività dice di notare un incremento delle pattuglie. Non sono aumentati i carabinieri; sono stati semplicemente intensificati i servizi esterni. I carabinieri sono dei dipendenti statali, e non possono essere impiegati per intere giornate, ma, se giustamente motivati, possono far tanto. Insieme stiamo dimostrando che vogliamo garantire maggiore sicurezza. Ad ogni modo, ringrazio nuovamente il mio predecessore, il maggiore Giuseppe Costa, per quanto fatto in passato. Tuttavia, ribadisco che credo tantissimo alle forme di servizio esterno». Tant’è che, di frequente, pure lei è personalmente per strada, alle postazioni di controllo.
«La presenza d’un ufficiale conferisce maggiore autorevolezza al posto di blocco. E poi, ai carabinieri fa piacere che il comandante sia con loro: in questo modo, si sentono motivati e protetti. Ci tengo tantissimo al controllo del territorio, in particolare per quel che riguarda chi vien qui da fuori per commettere reati. La parte sana della società, invece, deve sentirsi tutelata: pretendo che i miei uomini siano educati coi cittadini».
Quali sono le piaghe che affliggono maggiormente il territorio?
«È presto: non vorrei fare errori di valutazione. Eppure, ci sono notevoli differenze tra i comuni picentini e quelli della Piana del Sele. Nel primo caso, la zona molto più tranquilla, maggiormente esposta ai furti d’abitazione, che sono comunque pochi. Battipaglia, come gli altri comuni di pianura, è una realtà più frizzante, e quindi ha grandissimi problemi legati alla prostituzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si incappa di frequente in reati da strada, ma pare che il fenomeno delle rapine sia in diminuzione. Tuttavia, s’avvicinano le vacanze natalizie, e la maggiore circolazione di denaro potrebbe rappresentare una ghiotta occasione per persone in cerca di guadagni immediati: bisogna tenere gli occhi aperti. Sarebbe prematuro, ovviamente, esprimermi già nel merito di eventuali casi di malaffare legati alla pubblica amministrazione».
Tra inchieste, scioglimento del consiglio comunale e maxi-operazioni, la cronaca nera e quella bianca, a Battipaglia, si sono intrecciate di frequente negli ultimi tempi. Ed è stata pronunciata spesso, a riguardo, la parola “camorra”.
«La criminalità organizzata è un fenomeno arginabile. È necessaria una giusta educazione al vivere sociale e ai canoni di moralità e di legalità: occorre parlarne nelle scuole, comprendere che il male non potrà mai trionfare e capire che il delitto non paga. Bisogna recuperare la consapevolezza d’uno Stato che è più forte. Credo tantissimo nel mio lavoro: ho 38 anni, opero e ho operato a due passi dalla mia città, ma casa mia non la vedo mai. Ho sempre vissuto nei luoghi in cui ho lavorato, e credo in ciò che faccio, nelle potenzialità dei miei carabinieri e nella parte sana della città».
Lei ha operato nell’agro nocerino sarnese in tempi in cui, pure in quella zona, s’è consolidata la criminalità organizzata. E poi ha lavorato per molti anni a Napoli. Con così forti esperienze alle spalle, per lei Battipaglia è città di camorra?
«Battipaglia può essere un comune di legalità. A Napoli era diverso: una città bellissima, che ti dà tanta forza, ma non è a misura d’uomo. Battipaglia sì: qui il singolo può farsi sentire e può condizionare le scelte».
Molto, in tal senso, dipende dalle istituzioni. Come l’hanno accolta?
«Benissimo. Le manifestazioni d’affetto di cui parlavo son venute in primis dalla commissione straordinaria che regge le sorti della città, dai prèsidi delle scuole e dai commercianti. È importante: come operatore di polizia, si riceve una maggiore spinta motivazionale».
Il grosso, tuttavia, lo fa il cittadino. Qual è il più grande aiuto che può venire dai battipagliesi?
«Collaborazione. Il cittadino a conoscenza di fatti che potrebbero esser reato, trovi un contatto coi carabinieri, anche senza sporgere formale denuncia: poi sapremo noi come muoverci. Va bene anche un colloquio informale con il sottoscritto. Noi non siamo di qui, e non possiamo arrivare da soli a ogni cosa. Abbiamo bisogno della collaborazione del cittadino».

27 novembre 2015 – © Riproduzione riservata
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