Garofalo, metà dell’opera
[di Francesco Bonito]
“La Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale (…) ritenuto che l’immobile Cine-Teatro Garofalo di Battipaglia rivesta interesse storico-artistico ai sensi del Codice dei Beni Culturali per i motivi contenuti nella relazione allegata, decreta l’immobile Cine-Teatro Garofalo (…) di interesse storico artistico particolarmente importante ai sensi dell’articolo (…) e come tale è sottoposto a tutte le disposizioni in esso contenute (…)”.
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Questo si legge nel Decreto della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del 15 gennaio.
Il teatro Garofalo non si tocca! La sala cinematografica e teatrale costruita nel 1947 da Gabriele Garofalo è dichiarata di importante interesse storico artistico, e di conseguenza viene “vincolata”; l’immobile non può essere trasformato, né tantomeno demolito. È quello che la comunità battipagliese e alcuni dei proprietari desideravano e richiedevano con grande energia. A guidare la “crociata” i fratelli Barlotti (proprietari del 50% del teatro e nipoti di Gabriele Garofalo) e l’avvocato Antonio Amatucci, proprietario di una quota dell’immobile. La notizia, giunta in città da qualche giorno, è stata accolta con soddisfazione anche dai tanti che si sono battuti per il Garofalo: un gioco di squadra che ha consentito di ottenere un risultato tutt’altro che scontato. Anche questo giornale ha perorato la causa e riproposto periodicamente la questione, aprendo idealmente più di una volta il sipario sul destino dell’ex teatro, chiuso da circa un decennio.
Ma siamo solo a metà dell’opera. Il Garofalo ora è vincolato, non potrà essere demolito per far posto all’ennesimo condominio o a una galleria commerciale, né potrà subire fantasiosi restyling, come accaduto ad altri simboli della nostra città. Manca però l’altra metà dell’opera: riaprirlo e restituirlo alla fruizione dei battipagliesi. Come? Le soluzioni sono a portata di mano, e lo erano anche prima che il cinema chiudesse, e prima che fosse venduto per metà; se c’è la volontà politica non sarà difficile trovarle. La base per un giusto accordo potrebbe essere la “riconoscenza”. Reciproca. La riconoscenza che la nostra comunità ha manifestato ai proprietari, affiancandoli in una lotta giusta e doverosa; ma anche quella dei proprietari verso chi, ieri frequentando il cine-teatro per oltre 60 anni, oggi sostenendo la giusta causa, merita di ottenere un trattamento di favore. I battipagliesi saranno ben lieti di pagare un biglietto di re-ingresso anche caro, pur di riavere il cinema e il teatro in città (i soldi del Comune sono i soldi dei cittadini, non dimentichiamolo). Sarebbe l’investimento più lungimirante degli ultimi 50 anni. Per far sì che il progetto diventi realtà occorre la determinazione di chi compra (o affitta) e il buon senso di chi vende. Da ciò che accadrà nei prossimi mesi capiremo se il vincolo posto dalla Commissione sarà stato il primo passo verso il recupero del più importante contenitore culturale cittadino, oppure solo una puntata di una telenovela immobiliare.
14 febbraio 2025 – © riproduzione riservata
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