Giorgia batte Vincenzo

[di Francesco Bonito]

Potrebbe essere questo il titolo che meglio sintetizza i risultati delle elezioni politiche in provincia di Salerno. In particolare nel collegio che comprendeva il capoluogo e i comuni fino a Battipaglia inclusa. Nel collegio uninominale per la Camera dei Deputati, Pino Bicchielli (Noi Moderati), catapultato da non si sa dove su indicazione del presidente della Regione Liguria Toti, batte il braccio destro di Vincenzo De Luca, il vicepresidente regionale Fulvio Bonavitacola. Per il Pd, che in provincia di Salerno si chiama De Luca, una sconfitta che brucia, resa meno amara solo dalla scontata riconferma di Piero De Luca, “blindato” al primo posto nel listino proporzionale. La vittoria del Carneade Bicchielli sul luogotenente di De Luca può essere letta da due prospettive: è il segno che il tornado Meloni ha una forza tale da travolgere chiunque si trovi sul suo cammino; o è un primo sintomo di vulnerabilità del sistema De Luca. Forse sono vere entrambe le letture. L’Italia ha inesorabilmente svoltato a destra, com’era peraltro abbondantemente previsto da tutti gli osservatori, e la rete deluchiana composta da sindaci, grand commis, luogotenenti e attendenti mostra qualche strappo, soprattutto quando la consultazione elettorale non è locale e il voto è meno “indirizzabile”. Sulle scelte dei vertici del Pd nazionale conviene stendere un velo pietoso. La strategia e le tattiche messe in campo hanno trasformato una pronosticata sconfitta in una memorabile disfatta. “Scegli” era il claim della campagna di comunicazione dem: efficace e funzionale se l’obiettivo era perdere e non andare al governo del Paese.

Mentre Fratelli d’Italia ha vinto in lungo e in largo in tutta la Penisola, c’è una formazione politica che ha avuto un risultato sorprendente (anche se inferiore a quello del 2018), ma non in tutte le regioni: il movimento 5 stelle. Al nord e al centro è la terza o quarta forza, mentre in Campania è il primo partito (il secondo a Battipaglia, con il 27,5%) con circa il doppio dei voti presi da Fratelli d’Italia e più del doppio di quelli del Partito democratico. Sono circa ottocentomila preferenze, in una regione con oltre duecentomila famiglie riceventi il reddito di cittadinanza: Conte e i pentastellati hanno evidentemente trovato, qui come in Sicilia, una riconoscente base elettorale.

A proposito di 5 stelle, Battipaglia perde il suo “onorevole”. Acunzo, il caratterista prestato alla politica, non era candidato né dal movimento (dal quale è fuoriuscito) né da altri. Ringraziamo l’istrionico deputato di casa nostra, entrato a pieno titolo nella Hall of Fame – una stanzetta con solo un paio di effigi – dei parlamentari battipagliesi. Torneremo a vederlo in teatro o al cinema. Prossimamente.

Chiusi i seggi, finita la più scadente campagna elettorale di sempre. Gli italiani, mai così pochi, hanno scelto: in parlamento vanno ad accomodarsi i seicento nominati.

1 ottobre 2022 – © riproduzione riservata

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