Giunta al termine?


Tutto in trentuno giorni. Un mese decisivo per le sorti della giunta comunale, dopo l’ultimatum dei pattisti a Cecilia Francese. I dissidenti di maggioranza hanno chiesto alla sindaca d’azzerare la giunta e nominare i nuovi assessori entro la fine del mese, ma i fedelissimi non vogliono saperne. E le fibrillazioni si spostano sulla proposta d’una delibera d’intenti riguardante Alba. Nei primi giorni del nuovo anno, nella stanza del sindaco, s’è tenuto il primo tavolo politico per provare a ricucire lo strappo in maggioranza tra i pattisti e i fedelissimi. E la prima cittadina ha preso tempo. Nella stanza del sindaco, da una parte c’erano la Francese, il vicesindaco Ugo Tozzi, Pino Bovi, Pietro Cerullo e Alfonso Baldi, la nuova capostaff Antonella Pacilio e Gerardo Rosania, presentato come segretario di Con Cecilia; dall’altro lato, sul fronte dei dissidenti, c’erano Roberto Cappuccio, Angelo Cappelli, Valerio Longo, Giuseppe Salvatore e Francesco Marino, scortati dall’ex assessore Giuseppe Provenza, coordinatore di FI, e dall’ex sindaco Fernando Zara, referente dei consiglieri di Rivoluzione cristiana.
Un incontro coi segretari, i capigruppo e i consiglieri indipendenti della coalizione che nel 2016 trionfò al ballottaggio. Il silenzio è la linea adottata dalla Francese, che, seduta alla sua scrivania, ha detto poco e ascoltato molto. Gli scontenti hanno ribadito punto per punto i contenuti dei due documenti sottoscritti negli scorsi mesi. E poi, durante le due ore di confronto, s’è parlato del futuro della giunta: i pattisti vogliono l’azzeramento e il varo d’una nuova squadra entro la fine del mese, altrimenti ognuno andrà per la propria strada. Qualche giorno dopo, la sera dell’8 gennaio, la sindaca ha incontrato i suoi fedelissimi, che ritengono irricevibile la drastica proposta d’un repulisti degli assessori. I nove s’oppongono pure a una redistribuzione delle poltrone che miri a darne tre ai pattisti. Sul tavolo, pure la proposta deliberativa che i dissidenti hanno presentato per definire le sorti di Alba: sarà portata in aula in occasione della seduta monotematica del 18 gennaio, ma i 9 della piccola maggioranza non sono intenzionati ad accettare pedissequamente il documento dei pattisti, ritenendo che alcuni punti vadano integrati. L’Alba che vogliono i pattisti è pubblica e sistema e gestisce una nuova pineta litoranea, produce buste di plastica, ricicla la carta e s’occupa dei parcheggi pubblici e delle farmacie comunali, eroga il gas metano e costruisce gli alloggi popolari. Cappuccio e gli altri chiedono la riaffermazione della società a totale partecipazione pubblica e propongono al consiglio comunale di approvare l’affidamento alla società della delega per la predisposizione di un nuovo statuto, auspicando che il contratto di servizio abbia una durata tale da poter consentire certezze di investimenti strutturali e gestori qualificati. La parte più consistente riprende un progetto del 1999: di mezzo c’è la pineta in litoranea di proprietà del municipio, che ricade in territorio ebolitano ma è di proprietà del Comune di Battipaglia. I malpancisti propongono una riqualificazione studiata e curata dai tecnici della partecipata. Intanto i nuovi contratti per l’igiene e la manutenzione, che avranno durata triennale, non sono ancora pronti: per assicurare ai cittadini il corretto svolgimento dei due servizi, a Palazzo la giunta ha deliberato una proroga di sei mesi del vecchio capitolato finché i comunali non avranno varato gli schemi 2018/2020.

12 gennaio 2018 – © Riproduzione riservata
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