I battipagliesi hanno la puzza sotto al naso

Non è snobismo, né tantomeno si tratta d’una presunta superiorità nei confronti di timidi forestieri. Da un po’ di tempo, infatti, nell’aria s’avverte un fetore sospetto.
Accade, poi, di levare lo sguardo alla volta dei colli battipagliesi, o di transitare per le vie che tagliano l’area industriale cittadina, per vedersi gettare il fumo negli occhi. In senso letterale. Piromani in quantità industriale, nel senso che, di frequente, è materiale industriale quello che viene incendiato. Possibile che qualche imprenditore possa esser così svitato da distruggere quel territorio che dovrebbe fungere da allettante biglietto da visita per la sua impresa? Non ci si crede se non lo si vede, ed è per questo che, se non le dispiace, cara Battipaglia, vorremmo metter le dita in una delle sue tante piaghe: i problemi ambientali. Una lacerazione insanabile, che non possiamo alleviare neppure con l’acqua, ché stamattina, sul web, ho dato già un’occhiata a come oscillano i titoli in borsa, ma ancora s’ha da capire se oggi il mare si sia svegliato balneabile o no.

Senti che puzza
CompostaggioSono i privati? O è lo Stir? O si tratta dell’impianto di compostaggio? La risposta, cantava Bob Dylan, soffia nel vento. E il tanfo pure. I comitati sono già scesi in campo, pronti a dar battaglia a chi diffonde i tremendi miasmi nell’aere battipagliese. E tra di essi c’è addirittura chi pensa di adire le vie legali.
Qual è la provenienza degli odori molesti? Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone, membri della commissione straordinaria che regge le sorti della città, stanno lavorando alacremente per individuare i colpevoli. «Con il supporto delle autorità preposte – spiega Iorio ai nostri taccuini – stiamo attentamente monitorando la situazione, e ricorrendo, se necessario, alle ordinanze, faremo tutto quanto è in nostro potere per porre fine alla vicenda». «Abbiamo chiesto il supporto dell’Asl e dell’Arpac – aggiunge il viceprefetto – e abbiamo allertato anche la Prefettura di Salerno, che potrebbe coordinare interventi riguardanti più comuni; il nostro Ufficio tecnico, ad ogni modo, sta passando al setaccio tutti i centri battipagliesi, pubblici e privati, nei quali si lavorano i rifiuti».
I sospetti maggiori, in città, ricadono sull’impianto di compostaggio in terra ebolitana, e gli ultrà già scaldano la voce: c’è da cantar “Senti che puzza”.
Eppure il commissario s’è già recato a Eboli, per interloquire sui fatti con il nuovo sindaco eburino, Massimo Cariello: il primo cittadino ebolitano s’è subito attivato affinché, in via Quattro Giornate, arrivasse la Ladurner Ambiente, ditta di Bolzano che gestisce l’impianto. «C’era un piccolo problema tecnico – aveva fatto sapere Cariello – ma è stato risolto; forse una parte di miasmi proveniva da qui, ma la fonte è un’altra, e stiamo indagando per scoprire quale sia». Anomalie nell’impianto di pompaggio nell’aria: questo il problema. Ma i battipagliesi sono andati su tutte le furie, e hanno accusato Cariello di minimizzare, perché, di fatto, all’interno del centro di compostaggio vengono lasciate al sole tonnellate di rifiuti putrescibili (nella foto in alto). Qualcuno, dunque, ha lanciato una provocazione al sindaco, suggerendogli di spostare questo “rasserenante pattume” più vicino al polo urbano ebolitano.
Gerlando Iorio, tuttavia, rimane con gli occhi spalancati: «Ci stiamo impegnando – prosegue il commissario – affinché anche Battipaglia possa beneficiare, secondo quanto previsto dalla legge, di un contributo di ristoro ambientale a cagione dell’impianto di compostaggio».

Sapore di mare
La triplice intesa. Pietro Benesatto, da poco fuoriuscito da Etica per il Buon Governo, Giuseppe Nobile, attivista del Movimento Cinque Stelle, e Luciano Ceriello, presidente di Noi Tutti Liberi e Partecipi, hanno sottoscritto, di comune accordo, un documento all’indirizzo del Comune, della Prefettura di Salerno, dell’Arpac, della Giunta regionale della Campania e del VallemonioMinistero della Salute. Due le più importanti richieste provenienti dal dossier: «verificare in autotutela la correttezza delle procedure adottate per la classificazione delle acque di balneazione del Comune di Battipaglia e per la relativa apposizione e successiva rimozione del divieto di balneazione, ai fini della tutela della salute pubblica» e vagliare «la possibilità di attivare con urgenza il funzionamento dei depuratori già esistenti sul territorio, come ad esempio quello in zona ASI di Battipaglia». Da un lato, infatti, c’è quel divieto di balneazione ballerino, imposto a maggio, per l’ottavo anno di fila, su 1.487 metri di litorale cittadino per poi essere storicamente revocato a luglio; a inizio agosto, poi, la nuova attestazione di non balneabilità, revocata sul finir dello stesso mese. Depurazione: l’unica soluzione possibile. A ottobre dovrebbero prendere il via due importanti interventi, finanziati dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Campania, che potenzieranno l’impianto di depurazione in località Tavernola e doneranno a Belvedere – e dunque a Bellizzi – un collettore fognario, sì da evitare che, come accade da anni, i reflui del popoloso rione periferico e della limitrofa cittadina vengano scaricati direttamente nel torrente Vallemonio (nella foto), uno dei principali affluenti – e inquinanti – del fiume Tusciano. “Ma, prima dell’inizio dei lavori, date un’occhiata anche al depuratore ASI”, strillano Benesatto e gli altri. L’impianto che si trova in area industriale, in effetti, fu edificato tra gli anni Settanta e Ottanta, ma non è mai entrato in funzione. Costò 60 miliardi di lire. Soldi gettati a mare? Magari.

18 settembre 2015 – © Riproduzione riservata
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