I benefici della cicoria e dell’inulina

[di Simona Otranto – Erborista]

La cicoria, Cichorium intybus L., è una pianta comunissima, appartenente alla famiglia delle asteraceae. Cresce spontanea ovunque, nei campi incolti, lungo i cigli delle strade, in campagna, in città. Si ritrova spesso anche sui marciapiedi. Una vera graziosa “erbaccia” dal delicato fiore azzurrino. Le foglie basali nascono durante l’autunno originando una rosetta, seccano poi alla fioritura. La loro forma è estremamente varia: il contorno è allungato-lanceolato con il margine variamente inciso. Le foglie del fusto sono gradatamente più piccole. Viene ampiamente coltivata in numerose varietà soprattutto a scopo alimentare ma anche per la produzione di inulina, un polisaccaride solubile non disponibile (cioè, non digeribile dall’uomo per l’assenza di enzimi specifici nell’organismo) estratto dalla radice e presente in misura minore in molti alimenti di origine vegetale (nel carciofo, ad esempio). Le radici si raccolgono tra settembre e ottobre da piante che hanno raggiunto un anno di età, oppure nella primavera successiva prima che la pianta entri in stato vegetativo. Le foglie si raccolgono prima della fioritura. Entrambe le parti della pianta hanno interesse erboristico fitoterapico.

La cicoria, come un po’ tutte le verdure a foglia, è ricca di minerali come il magnesio e il potassio. Contiene, inoltre, grande quantità di fibre insolubili che per loro caratteristiche passano indigerite attraverso l’intestino “raschiandone” letteralmente le pareti e fungendo da “spazzine”.  Contiene, ancora, principi amari che le conferiscono proprietà digestive, depurative, coleretiche, diuretiche.  Il decotto delle radici è anche un blando lassativo, utile per abbassare la glicemia per favorire la digestione e la diuresi, per depurare fegato e pelle. 

Come accennato, le radici di cicoria sono ricche di inulina, un polisaccaride importante per la nostra flora batterica. L’inulina, infatti, è un prebiotico: una sostanza in grado di essere utilizzata come nutrimento dai batteri buoni che abitano il nostro corpo. Da essa, attraverso un processo di idrolisi enzimatica si ricavano i cosiddetti FOS (fruttoligosaccaridi), sostanze prebiotiche con caratteristiche e attività analoghe. Per le sue peculiarità viene spesso utilizzata come eccipiente nella confezione di compresse e capsule. 

Ricapitolando, nella cicoria l’alto contenuto di fibre insolubili e solubili (inulina) contribuisce a facilitare il transito intestinale, a ridurre l’assorbimento del colesterolo e dei trigliceridi, ad abbassare la glicemia. Il consumo di cicoria nell’alimentazione è sempre raccomandato. L’inulina può essere integrata in polvere nelle dosi di 2-10 grammi die.

Curiosità: le radici tostate e macinate costituiscono un ottimo surrogato del caffè. Il sapore è gradevole e soprattutto non è eccitante perché privo di caffeina. 

Chicory è, infine, uno dei trentotto fiori di Bach: in floriterapia è considerato il fiore dell’attaccamento. Si consiglia a quelle persone che hanno continua esigenza di attenzione, si prodigano per gli altri, sono sempre disponibili non per il piacere di dare ma per avere in cambio gratitudine e apprezzamento, per sentirsi amate.

23 settembre 2023 – © riproduzione riservata

Facebooktwittermail