I reporter della Salvemini alla scoperta dell’Arma

[di Francesco Bonito]

Sabato mattina, 13 aprile, c’è il sole, la scuola è chiusa. Ma non per gli alunni dell’Istituto comprensivo Salvemini di Battipaglia che partecipano al laboratorio di giornalismo. Ad aprirsi, invece dei cancelli della scuola, il portone della Caserma dei Carabinieri in via Consolini, a pochi passi da via Serroni. Niente paura, i giovanissimi studenti non sono lì per denunciare reati, né per qualche “marachella”; entrano in caserma per una “inchiesta” giornalistica, per scoprire e riferire le più importanti notizie sull’impegno quotidiano degli uomini e delle donne della Benemerita.

Ad accogliere con grande cordialità la redazione di Salvemini News (questo il nome del giornale d’istituto) è il comandante della Stazione Carabinieri di Battipaglia, il luogotenente Giuseppe Macrì. Ascoltando le sue parole, i reporter apprendono subito un’importante informazione: il grande edificio ospita diversi “comandi”: c’è la Stazione Carabinieri di Battipaglia, c’è il Nucleo Operativo e Radiomobile e, al di sopra di entrambi, c’è il Comando della Compagnia Carabinieri, un ambito territorialmente più ampio comprendente Battipaglia e altri comuni limitrofi, che è diretto dal capitano Samuele Bileti.

Mentre i reporter prendono appunti, arriva un altro comandante: è il “capo” della Sezione Radiomobile, Domenico Trombetta. Sarà proprio lui a condurre i redattori all’inizio della visita, all’esterno, per ammirare le famose “gazzelle” e le Ducati con la livrea bicolore. Entusiasti e attentissimi, i redattori ascoltano la descrizione, vedono gli allestimenti e i mille tricks delle Alfa Romeo griffate 112. Fioccano le domande, a cui il luogotenente Trombetta risponde con dovizia di particolari; tutti possono avvicinarsi alle “gazzelle”, osservare i dettagli degli incredibili optional, e scattare foto. 

Ma c’è ancora tanto altro da sapere e da vedere. Sempre accompagnati dal comandante di Stazione Macrì, si visitano nell’ordine: la centrale operativa, l’ipertecnologico ufficio per i rilievi fotosegnaletici, le celle di sicurezza. Osservando la centrale operativa, il centro nevralgico della caserma, si comprende bene cosa succede quando si compone il numero 112. Poi, grazie alla paziente “collaborazione” di Giuseppe Marcì e degli altri carabinieri, vengono svelati ai giovani reporter tutti i dettagli dell’iter per la schedatura dei fermati. La foto segnaletica, la scansione delle impronte digitali e tutte le altre fasi della procedura. Col passare del tempo (la visita durerà più di due ore) la curiosità diventa interesse. 

I giovani redattori vogliono sapere tutto, per questo hanno preparato delle domande da fare al comandante della Compagnia, il capitano Samuele Bileti, che li accoglie con disponibilità nel suo grande ufficio al secondo piano. Sono una decina le domande, sono state scelte tra un numero più ampio nell’ultima riunione di redazione, una settimana prima dell’incontro. Le domande sono pertinenti, incalzanti; il capitano Bileti, in piedi di fronte ai suoi giovani interlocutori, risponde con precisione a questo inconsueto “interrogatorio” a parti invertite, questa volta. Gli studenti registrano e prendono appunti: nessun dettaglio dellintervista deve andare perduto, tutto dovrà essere fedelmente riportato nel numero di Salvemini News che uscirà alla fine del corso-laboratorio di giornalismo (riservato agli alunni della scuola secondaria di primo grado) voluto dalla dirigente scolastica della Salvemini, Concetta Saviello.

L’intervista è finita. Preziosi i consigli del capitano, soprattutto sul delicato tema del bullismo. Sull’argomento torna anche il luogotenente Macrì, invitando i giovani ospiti a fare molta attenzione, soprattutto sui social. 

È quasi l’ora di pranzo, si deve tornare a casa. Sento dire: “Questa giornata non la dimenticherò mai”. Mi giro, vedo chi lo ha detto. Dai suoi occhi che brillano capisco che sarà davvero così.

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